Per la serie “Conoscere il territorio”, ecco a voi Ostia Antica!

Per chi, come me, è nato e vissuto sul litorale romano, Ostia Antica rappresenta un sito particolarmente caro. Intanto perché è stato un classico delle gite scolastiche (ci sono andata durante le elementari, le medie, e pure durante il liceo!), e poi perchè capita di passarci davanti così spesso che ormai quei ruderi gloriosi fanno parte della nostra vita.
Per coloro che non conoscono ancora gli scavi di Ostia Antica, o semplicemente non hanno avuto finora l’occasione di visitarli, la meraviglia sarà immensa! Le rovine si sono straordinariamente conservate, fornendo un quadro urbanistico, storico, artistico e sociologico formidabile.

Al contrario di Pompei, universalmente nota, Ostia Antica non gode di una grande attenzione da parte dei turisti. Anche quelli che vengono in visita a Roma difficilmente includono gli scavi di Ostia Antica tra le cose da vedere. Il che è inspiegabile per me. Un viaggio nella capitale italiana dovrebbe assolutamente comprendere tra le bellezze da visitare anche gli scavi di Ostia Antica, oltre al Colosseo, San Pietro, Fontana di Trevi … Una giornata alla scoperta di questo sito sarà senz’altro ben spesa!

Qui si può capire e conoscere la vita quotidiana degli antichi romani in maniera più autentica.

Ostia fu fondata nel IV secolo a.C. alla foce (ostium) del Tevere. Inizialmente doveva essere una base militare, a difesa della città di Roma da eventuali tentativi di invasione da mare. Il suo porto divenne poi una delle principali vie di accesso a Roma: da qui passavano tutti i cibi e le merci necessarie per la città.
Durante la Repubblica e poi in età imperiale, Ostia crebbe continuamente, arricchendosi di nuovi edifici ed arrivando a contare una popolazione di 100.000 abitanti! Con il passare del tempo la città perse la sua funzione militare e divenne sempre più un florido centro commerciale. Merci di ogni genere venivano stipate nei numerosi magazzini (horrea) e la gran quantità di botteghe testimonia quali fossero le occupazioni degli abitanti.



Il declino di Ostia iniziò con la caduta dell’Impero romano, quando la città fu devastata, saccheggiata e abbandonata. Com’era prassi, fu spoliata di tutto ciò che c’era di prezioso, compresi i materiali edilizi. A poco a poco fu ricoperta dal fango e dalle sabbie del Tevere: questo ha senz’altro contribuito a preservarne le rovine fino all’inizio del ‘900, quando finalmente iniziarono gli scavi archeologici che ce l’hanno restituita.

La visita agli scavi di Ostia Antica, inizia dalla via Ostiense, che collegava Ostia a Roma. Accanto alla strada c’è la Necropoli di Ostia Antica: numerose sepolture e tombe affiancano il cammino del visitatore verso l’entrata della città.



Ai tempi dei Romani vigeva il divieto di seppellire i defunti all’interno delle mura cittadine: proprio per questo i lati delle strade diventavano delle vere necropoli.
Si entra in città attraverso la cosiddetta Porta Romana, che dà sulla via principale: il Decumanus Maximus.



Si può passeggiare liberamente tra le rovine senza dover seguire un percorso preciso, ognuno con i propri tempi, e lasciare che la propria attenzione venga di volta in volta catturata da un particolare piuttosto che un altro.

E’ incredibile trovarsi di fronte a strutture del tutto simili alle nostre. Ci sono numerose botteghe che ci parlano di mestieri antichi, come le fullonicae, dove venivano lavati e trattati i tessuti. Oppure le pescherie dell’epoca, con i caratteristici mosaici rappresentanti scene marine con pesci e pescatori. La più famosa è quella dell’insula dell’invidioso. Il nome deriva da un’iscrizione in mosaico che ci racconta di antiche rivalità tra bottegai.


Le taverne erano molto diffuse, e si differenziavano tra loro a seconda del servizio offerto. C’erano per esempio la taberna vinaria, che prevedeva solo consumazioni rapide; la caupona, che offriva anche un alloggio; la popina, un locale destinato alla vendita di bevande e cibi caldi. La più sorprendente tra queste, è senz’altro il Termopolio della via Diana.


In posizione strategica, nei pressi del Foro, è molto ben conservata. Sono ancora presenti il bancone di mescita in travertino, gli scaffali da esposizione, i bacini per lavare le stoviglie, un grande orcio per la conservazione dei cibi ed un fornello in muratura! C’è anche un delizioso spazio all’aperto dove gli avventori potevano consumare i loro pasti durante le belle giornate.




In via della Fontana si trova la cosiddetta Caupona di Fortunato. In realtà non era una caupona, ma una taberna vinaria perchè non offriva da dormire. Il nome deriva dal probabile proprietario citato nel mosaico pavimentale, dove è raffigurato un cratere e la scritta: “Fortunato dice: poichè hai sete, bevi il vino dal cratere”.

La città era abbellita da monumentali zone porticate, che offrivano riparo per le attività commerciali e protezione dal sole o dalle intemperie per i passanti. Alle spalle del Portico di Nettuno, si aprivano le omonime Termae. Da una piattaforma si può avere una spettacolare visione d’insieme delle Terme di Nettuno e dei suoi meravigliosi mosaici.




Dal Decumano tutti potevano avere accesso agli spazi comuni delle Terme, comprese le latrine. Le Terme infatti permettevano di assolvere alle più elementari norme igieniche, anche considerando l’assenza di servizi privati nelle abitazioni. Frequentare le Terme per gli antichi Romani facilitava non solo le relazioni sociali, ma dava accesso anche a tutte le prestazioni medico-curative che vi si praticavano, come massaggi, ginnastica ecc.
Le Terme venivano alimentate grazie ad un moderno acquedotto fatto realizzare da Vespasiano. L’acquedotto, grazie ad un sistema di cisterne e di tubi in piombo, approvvigionava anche le fullonicae, le tabernae, le concerie, i ninfei, le fontane e gli edifici pubblici.

Tra le strutture architettoniche più importanti ci sono le insulae: veri e propri condomini dove vivevano le classi medio-basse della popolazione. Una sorta di antiche case popolari a tre o quattro piani. La maggior parte di queste abitazioni aveva la stessa pianta. In alcune di esse sono ancora visibili tracce delle cucine. La latrina era di solito nel sottoscala. Spesso si articolavano intorno ad un cortile interno con fontana o ad un grande giardino condominiale.
La casa di Diana è un perfetto esempio di insula. Edificata intorno alla metà del II secolo d.C.,doveva avere tre o quattro piani. Al piano terra c’erano delle botteghe, mentre i piani superiori erano destinati ad alloggi in affitto. Gli interni sono visitabili solo su prenotazione e presentano notevoli decorazioni parietali.


Come ogni città romana, non poteva mancare il Foro, il centro politico e religioso. Risalente al primo secolo d. C., aveva al centro il Capitolium, circondato da portici colonnati. Il Capitolium era un grande tempio che dominava il Foro dall’alto della sua scalinata ed era completamente rivestito in marmo.






Del Foro faceva parte anche il Tempio di Roma e Augusto, di cui però rimangono solo alcuni dettagli architettonici in marmo.




La maggior attrazione degli scavi di Ostia Antica resta comunque l’Anfiteatro. Fatto costruire da Agrippa, amico e genero di Augusto, alla fine del I sec. a.C., inizialmente era in grado di ospitare 3.000 spettatori. Fu più volte rimaneggiato, anche in seguito all’aumento demografico, fino a portarne la capacità a 4.000! Durante uno degli ultimi restauri, fu dotato di un impianto idraulico che permetteva di allagare l’orchestra e rappresentare spettacoli acquatici. E’ talmente ben conservato che ancora oggi viene utilizzato durante l’estate, spesso in collaborazione con i più noti teatri romani.


Alle spalle del teatro c’è il Piazzale delle Corporazioni. Lungo questo ampio corridoio colonnato, si susseguivano le rappresentanze delle agenzie marittime e dei mercanti che avevano rapporti commerciali con Ostia e la città di Roma. I mosaici pavimentali rimasti ci indicano quali fossero le attività qui rappresentate e anche quali merci venissero scambiate e con quali paesi.

Ovviamente queste poche righe non sono che superficiali cenni delle meraviglie che vi aspettano. Gli scavi si estendono in un’area enorme e se volete vedere proprio tutto dovete impiegare un’intera giornata. Pensate che sono presenti 66 insulae, 22 domus, 19 terme, innumerevoli caseggiati e poi templi, mitrei, botteghe, magazzini, mulini, ninfei….

All’interno del sito c’è un bar e un buon ristorante self-service per una doverosa pausa. Vi consiglio di munirvi di una mappa per orientarvi, così da non perdere tempo e non tralasciare nulla se decidete di visitare gli scavi da soli. Se invece preferite affidarvi ad una guida, sul sito ufficiale di Ostia Antica potete prenotarne una compilando un form apposito da spedire poi via fax. In alternativa, in biglietteria sono disponibili delle utilissime audio-guide.

Sempre consultando il sito ufficiale potrete conoscere gli orari di apertura e il costo dei biglietti. Sappiate che la visita agli scavi è completamente gratuita ogni prima domenica del mese. Bello, no? Quindi approfittatene… abbiamo un tesoro unico al mondo a due passi da casa! E per quei lettori che non sono di Roma…. fidatevi di me e non mancate di visitare questo spettacolare, realistico e incredibilmente ben conservato spaccato di vita degli antichi romani.


Assolutamente si!!! ??????
Evviva ?