Musei Vaticani: Michelangelo, Raffaello e molto (molto) altro

Non c’è un momento migliore di questo per visitare i Musei Vaticani, forse il museo più importante del mondo se consideriamo che al suo interno ci sono la Cappella Sistina e le Stanze di Raffaello.
In quello che è stato il mondo reale fino a Marzo 2020, prima cioè della pandemia da Covid-19, chi voleva visitare i Musei Vaticani doveva prepararsi ad affrontare un’ardua prova. E non mi riferisco a camminare ore attraverso corridoi stupefacenti, tra arazzi, affreschi, reperti archeologici e giardini perfetti. La vera prova da sostenere, degna di un corso di sopravvivenza, che scoraggiava i meno motivati o fisicamente preparati, era la fila per arrivare all’ingresso.


Chi è di Roma sa di cosa sto parlando. Non c’era giorno che la fila per i Musei Vaticani non arrivasse fino a Piazza Risorgimento. Con la pioggia, il vento o con 40 gradi all’ombra, di una cosa potevi star certo: avresti trovato diligentemente in fila centinaia di turisti in attesa di entrare.
Ma adesso che nel mondo ci sono così tante restrizioni per i viaggi all’estero, i turisti sono pochi e diventa più facile accedere alle principali attrazioni cittadine.


Approfittando di questo momento particolare,  sono andata ai Musei Vaticani con le mie amiche subito dopo la fine del lockdown (si, lo so, pubblico questo post con un leggerissimo ritardo). C’è una grande offerta online per l’acquisto dei biglietti d’entrata. Prima però è bene capire che tipo di esperienza si vuole effettivamente fare. Purtroppo al momento non tutto è permesso, sempre per via del Covid. Tra le tante proposte dei siti di guide turistiche ci si può veramente confondere, quindi Vi consiglio di spulciarle per benino, perché ci sono anche notevoli differenze di prezzo! Io mi sono affidata alla biglietteria ufficiale dei Musei Vaticani, scegliendo una visita con guida privata interna.

Sia che scegliate di acquistare il biglietto direttamente sul sito ufficiale, sia che Vi affidiate ad un altro sito, considerate di spendere un po’ di più per avere una guida tutta per Voi, perché Vi assicuro che fà la differenza.

La visita

La visita dei Musei Vaticani si svolge attraverso un percorso definito, attraverso il quale si manifesta chiaramente il ruolo da mecenati e collezionisti d’arte svolto dai Papi nel corso dei secoli. Gli edifici che ospitano questa stupefacente collezione sono i palazzi rinascimentali edificati per Papi come Sisto V, Innocenzo VIII e Giulio II. Nel 1503 Bramante progettò le lunghe gallerie e i cortili che collegano il Palazzo del Belvedere con gli altri edifici. L’apertura al pubblico risale al XVIII secolo, quando furono realizzati anche numerosi ampliamenti. Da allora sono rimasti chiusi solo in due occasioni: durante la seconda guerra mondiale e adesso, a causa della pandemia da Covid-19.

Anche se avevo dei ricordi piuttosto nitidi delle meraviglie custodite tra queste sale,  ritrovarmi di nuovo di fronte a tanta sontuosa bellezza mi ha quasi sopraffatto! Non c’è riposo per gli occhi, che cercano di catturare ogni particolare per non perdersi nulla, nè per il collo, costretto a inclinarsi continuamente all’indietro per ammirare i soffitti.  In effetti qui tutto è degno d’attenzione, non solo le opere esposte, ma anche le sale, i cortili, i pavimenti dai marmi meravigliosi e gli stessi arredi.

Non si tratta di una semplice collezione d’arte, ma di un insieme di collezioni diverse per età, culture, provenienza e storia. La maggior parte dei visitatori entra ai Musei Vaticani attirata dal capolavoro michelangiolesco della Cappella Sistina, e poi scopre tutto il resto. Il resto cosa? Per esempio la più grande  collezione d’arte classica esposta in un museo.

Il Museo Pio Clementino

Inseriti in un assetto scenografico unico al mondo, si susseguono capolavori della statuaria classica insieme a migliaia di reperti archeologici ritrovati in secoli di scavi a Roma. Di fronte a questa immensa collezione si può comprendere facilmente la grandezza dell’impero romano, di cui i Papi si consideravano un po’ gli eredi legittimi. 

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Apoxyomenos

L’Apoxyomenos è il primo capolavoro che si incontra. E’ una copia romana dall’originale bronzeo di Lisippo, andato perduto. Si tratta di un giovane atleta che, in posa rilassata, si asciuga il corpo sudato dopo aver gareggiato. La cosa che mi è sempre piaciuta di questa statua è che non siamo di fronte ad un eroe vittorioso, fiero dell’impresa compiuta. Si tratta si un atleta qualunque, immortalato in un gesto comune sia al vincitore che allo sconfitto.

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Il Cortile Ottagono

Il Cortile Ottagono fu progettato da Bramante. Chiamato in passato Cortile delle Statue, fu il nucleo iniziale delle collezioni pontificie. Oltre a mirabili sarcofagi e alle maschere teatrali di Villa Adriana, si trovano qui  fin dal XVI secolo due inestimabili e celeberrime statue, il Laooconte e l’Apollo del Belvedere.

L’Apollo del Belvedere è una copia romana, l’unica rimasta, dell’originale greco in bronzo. Era una statua celebre già ai suoi tempi, tanto che ne esistevano centinaia di copie. I greci e i romani infatti lo consideravano l’ideale di bellezza maschile. Il dio Apollo è rappresentato mentre ha appena scagliato una freccia con l’arco, che presumibilmente  teneva nella mano sinistra.

La statua del  Laooconte fu ritrovata in una vigna sull’Esquilino. Anche Michelangelo partecipò al suo scavo, restandone profondamente colpito. Avere davanti un’opera studiata sui libri di scuola mi ha sempre emozionato parecchio, e questa è a dir poco sconvolgente nella sua tragicità. Laooconte era un sacerdote troiano che fu ucciso insieme ai suoi figli da due serpenti marini. Perché tanta crudeltà? Perché aveva intuito l’inganno del cavallo di legno. La dea Atena, protettrice dei greci, per impedirgli di mettere in guardia i troiani lo fece stritolare da questi orribili mostri marini. La drammatica disperazione di quest’uomo, che cerca inutilmente con tutte le forze di liberarsi per salvare i figli dalle spire mortali dei serpenti, è così toccante che viene voglia di aiutarlo e strapparglieli di dosso!

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Nella Sala degli Animali sembra quasi di essere in uno zoo di pietra, con rappresentazioni a volte realistiche a volte fantasiose di animali comuni o esotici.

Si prosegue poi con  la Galleria delle Statue (non mancate l’Apollo Sauroktonos, copia di un originale di Prassitele), la Sala dei Busti, la Sala delle Maschere, la Sala delle Muse (con il celebre Torso del Belvedere) e la Sala Rotonda. Questa sala settecentesca ha una cupola di 21 metri che ricalca quella del Pantheon. Al centro si trova un’enorme vasca in porfido proveniente dalla Domus Aurea, la residenza dell’imperatore Nerone. I mosaici pavimentali, del III secolo d.C., vengono invece dalle terme di Otricoli e Sacrofano. IogiroeRigiro

 

 

Le Gallerie

Le gallerie dei Musei Vaticani coprono una distanza complessiva di circa sette chilometri. I soffitti sono di una bellezza incredibile, così luminosi e dorati che risplendono! Sono spazi espositivi straordinari, che si percorrono più o meno velocemente a seconda dei propri gusti. Per esempio io non mi sono mai soffermata troppo nella Galleria degli Arazzi, mentre adoro indugiare nella Galleria delle Carte Geografiche!

Probabilmente è un mio limite, ma non amo gli arazzi, con la loro pesantezza e i soggetti spesso lugubri. Quelli che si trovano qui sono comunque dei capolavori, quindi prendetevi il Vostro tempo per ammirarli. Sulla base di cartoni disegnati da Raffaello e dai suoi allievi, questi arazzi vennero realizzati a Bruxelles dai  maestri fiamminghi. Vi si raccontano episodi della vita di Gesù e del Vangelo. Dalle finestre del lato destro si possono scorgere i Giardini Vaticani, di cui Vi parlerò più avanti.

 

Percorrere la Galleria delle Carte Geografiche è come fare un viaggio di 120 metri attraverso l’Italia. Ci si muove attraverso il territorio nazionale da est a ovest e da sud a nord. La cosa che viene spontanea un po’ a tutti è mettersi alla ricerca di luoghi conosciuti o magari del proprio paese d’origine. Ci sono in totale quaranta carte delle regioni italiane e dell’Italia, dei porti e delle città. Pare che papa Gregorio XIII avesse ideato questa galleria proprio per poter passeggiare attraverso l’Italia senza mai uscire dai palazzi apostolici! E’ sorprendente  non solo la conoscenza geografica dell’epoca, ma, come ho letto non ricordo dove, anche il concetto di unità politica e culturale dell’Italia. Non dobbiamo dimenticare infatti che questi affreschi furono realizzati tra il 1581 e il 1583! 

La Galleria dei Candelabri, lunga 80 metri, in origine era una loggia aperta su entrambi i lati.  Coppie di colonne doriche e monumentali candelabri in marmo bianco la dividono in sei campate. I candelabri che danno il nome alla galleria sono originari di Otricoli. Il pavimento non passa inosservato: è composto da marmi rinvenuti presso il porto mercantile sul Tevere. Al centro, protetto da transenne, c’è il prezioso stemma di Papa Leone XIII Pecci, intarsiato con lapislazzuli orientali. Molti dei reperti esposti in questa galleria provengono dagli scavi di Tor Marancia, dove ai primi dell’800  furono ritrovate le rovine di due ville romane.

 

Le Stanze di Raffaello

Sono forse le stanze più famose del mondo, che il Maestro del Rinascimento italiano realizzò tra il 1508 e il 1524, all’età di soli 25 anni. Giulio II della Rovere commissionò a Raffaello e suoi allievi gli affreschi di queste quattro stanze, che erano parte del suo appartamento privato al secondo piano del Palazzo pontificio.  Il Papa infatti non voleva abitare nell’appartamento Borgia, poiché ad Alessandro VI Borgia erano attribuite nefandezze di ogni genere. Avendo seguito la serie tv “I Borgia” e letto più di un libro in merito, come potergli dare torto?

La stanza dell’Incendio di Borgo era la sala da pranzo di Giulio II, dove riceveva i suoi collaboratori più intimi. Vi sono rappresentati l’incendio di borgo Pio, che Papa Leone arrestò con il segno della croce, lo sbarco dei saraceni ad Ostia, fermati dall’intervento papale e l’incoronazione di Carlo Magno in San Pietro.

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Nella stanza della Segnatura c’era la biblioteca del Papa. Qui c’è l’affresco più noto, La Scuola di Atene, con i grandi spiriti dell’antichità: Platone, Aristotele, Eraclito, Diogene, Pitagora ….  Molti di questi personaggi hanno le sembianze di artisti contemporanei. Per esempio, Eraclito ha l’aspetto di Michelangelo. C’è anche un autoritratto di Raffaello: il personaggio con il berretto nero all’estrema destra del murale. Sulle altre pareti sono rappresentati il Parnaso, con Apollo, le muse e i poeti, la Disputa del SS Sacramento e le Virtù Cardinali e Teologali.

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La sala di Eliodoro era la sala delle udienze, dove Giulio II riceveva i rappresentanti dei sovrani italiani e stranieri. Gli episodi che Raffaello dipinse su queste pareti rappresentano gli interventi di Dio in aiuto degli uomini. La scena di Eliodoro ricorda la cacciata dal tempio di Gerusalemme del ladro sacrilego (Eliodoro appunto), messo in fuga dagli angeli mandati da Dio. Anche la Liberazione di San Pietro dal Carcere, tra gli affreschi più celebri di Raffaello, si trova in questa stanza. Di notte un angelo,  avvolto dalla luce divina, libera  San Pietro dalla prigione in cui lo tenevano gli ebrei per impedirgli di diffondere il cristianesimo. Una curiosità? Per la prima volta nella storia dell’arte in questo affresco appare una notte di luna.

 

Sempre in questa sala, Raffaello dipinse la corte papale di Leone X che ferma l’avanzata di Attila e il Miracolo di Bolsena.

La stanza più grande è  la cosiddetta sala di Costantino, dove sono rappresentate le vicende del primo imperatore cristiano e della mitica battaglia di Ponte Milvio. Questa sala era destinata ai ricevimenti ufficiali. Purtroppo Raffaello morì ad appena trentasette anni, ma fece in tempo a lasciare ai suoi allievi i disegni per portare a termini i lavori di questa sala. Considerando che già a vent’anni Raffaello era famosissimo e richiesto da tutti i più grandi committenti, mi chiedo di quanti capolavori ci abbia privato la sua morte. Quante meraviglie avrebbe potuto lasciarci ancora? 

 

La Cappella Sistina

La Cappella Sistina è lunga 40 metri, larga  14 e alta 21. Prende il nome da Papa Sisto IV della Rovere, che la volle esattamente così, uguale alle dimensioni del Tempio di Gerusalemme, distrutto dai romani. Anche se tutti l’abbiamo vista più volte sui libri e in tv, sfido chiunque a non restare sinceramente meravigliati di fronte a questi 2.500 metri quadrati di affreschi. Qui troviamo il Perugino, Botticelli, Ghirlandaio e soprattutto l’immenso Michelangelo, sulla volta con le storie dell’antico testamento e sulla parete di fondo con il Giudizio Universale. Praticamente un manuale di storia dell’arte italiana! Ci sono le storie della Genesi, la nascita del mondo e la sua fine,  i profeti, gli episodi dell’antico e del nuovo testamento…. un immenso catechismo a parete! 

I lavori nella Cappella Sistina iniziarono nel 1482. Sisto IV commissionò ai più grandi pittori dell’epoca di rappresentare le storie di Mosè e di Gesù, nelle pareti sud e nord. La volta era stata decorata semplicemente con un cielo stellato. A causa di una enorme crepa che si creò anni dopo, Giulio II della Rovere chiamò Michelangelo per ridipingere la volta.  Michelangelo, che si considerava più uno scultore che un pittore, accettò con riluttanza. Così dal 1508 al 1512  dipinse la volta e lo fece da solo, sdraiato sui ponteggi.

Al centro della volta ci sono nove episodi della Genesi, con la famosa creazione di Adamo, al quale viene infusa la vita dal tocco delle dita di Dio. Tutto intorno una serie di profeti e sibille su troni monumentali, mentre nelle vele e nelle lunette sono raffigurati gli antenati di Cristo.

Dopo più di trent’anni, Paolo III Farnese richiamò Michelangelo a completare la Cappella Sistina. Il Papa voleva infatti sulla parete di fondo il tema dell’Apocalisse. Michelangelo dipinse il Giudizio Universale tra il 1536 e il 1541, quando aveva più di sessant’anni. La potenza della rappresentazione, che cita l’Inferno dantesco, è tutta nel gesto di Cristo al centro. Con il solo movimento del braccio destro, Egli provoca da un lato un movimento ascensionale che salva i risorti, dall’altro un moto verso il basso che condanna i dannati all’Inferno. L’opera destò grande scalpore all’epoca, tanto che, dopo la morte di Michelangelo, un suo allievo fu chiamato per coprire le nudità dei personaggi, meritandosi l’appellativo di Braghettone. 

All’interno della Cappella Sistina non si possono fare foto, anche perché con 25.000 visitatori al giorno (in era pre-Covid)  la priorità è preservare gli affreschi per un tempo più lungo possibile! 

La Pinacoteca

La Pinacoteca fu inaugurata nel 1932. Vi trovarono posto, finalmente, tutte le pitture che nel corso dei secoli erano state continuamente spostate all’interno dei palazzi pontifici, in attesa di una posizione consona. Visitando la Pinacoteca si fa un viaggio temporale nella storia della pittura mondiale, con opere che vanno dal XII al XIX secolo.

La preziosa collezione comprende opere di Giotto, Beato Angelico, Veronese, Tiziano,  Perugino, Leonardo, Domenichino, Caravaggio …. e anche il mio amatissimo Melozzo da Forlì. So che è meno noto, ma dovete sapere che la prima volta che visitai i Musei Vaticani restai folgorata dai suoi musici e tenni per tantissimi anni la riproduzione di uno di essi accanto al mio letto. Nella mia fantasia, questo angelo musicante mi suonava una ninna-nanna proteggendo i miei sogni.   

Melozzo da Forlì a parte, tra tanti capolavori dal valore inestimabile spiccano il Polittico Stefaneschi di Giotto, la Trasfigurazione, l’ultima opera di Raffaello, la Deposizione di Cristo di Caravaggio e il San Girolamo di Leonardo. 

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Collezione d’arte contemporanea

Nel 1973 si inaugurò questa collezione di opere del XIX e XX secolo. Il percorso espositivo si snoda dall’appartamento Borgia fino alla cappella Sistina. Fanno parte della collezione opere di scultura, pittura e arti grafiche, donate ai Musei Vaticani dagli stessi artisti o da collezionisti privati. Tra gli artisti più noti ci sono Van Gogh, Carrà, Chagall, Bacon e Matisse, al quale è dedicata una intera sala. Nella sala Matisse, in assoluto uno dei miei artisti preferiti, sono in mostra i cartoni preparatori per la sua unica produzione sacra: la Cappella del Rosario di Vence, in Provenza. 

 

Dei Musei Vaticani fanno parte anche il Museo delle Carrozze, il Museo Etrusco, il Museo Egizio, il Museo Etnografico (con ben 80.000 pezzi)….  si dovrebbe restare qui per un giorno intero, e forse non sarebbe nemmeno sufficiente per visitarli tutti!

Per uscire si scende la straordinaria Scala Elicoidale, che in passato era l’entrata, realizzata da Giuseppe Momo nel 1929. La particolarità di questa scala consiste in una doppia rampa elicoidale, che permette  ai visitatori in  entrata e quelli in uscita di proseguire il cammino nelle due direzioni senza incontrarsi mai. Il celebre architetto Frank Lloyd Wright la riprese nella realizzazione del Museo Guggenheim di New York.

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I Musei Vaticani ai tempi del Covid-19

A causa della pandemia in corso, le visite sono impostate secondo precisi criteri. Dal 01 Febbraio 2021 gli orari di apertura vanno dalle ore 8.30 alle ore 18.30 dal lunedì al sabato, con ultimo ingresso alle ore 16.30 (l’uscita dai settori museali ed espositivi inizia alle ore 18.00). Purtroppo sono sospese le aperture straordinarie gratuite dell’ultima domenica del mese.

In questo periodo la prenotazione è gratuita, e si deve obbligatoriamente prenotare la visita attraverso il portale ufficiale tickets.museivaticani.va.

Gli accessi sono contingentati, quindi fate in fretta a prenotare la visita, perché si rischia di non trovare orari disponibili. In fase di prenotazione infatti bisogna scegliere l’orario preferito tra quelli rimasti liberi, organizzati su fasce di ingresso di 30 minuti ciascuna. Per le visite guidate bisogna presentarsi 15 minuti prima dell’orario previsto. E’ richiesta la massima puntualità: se si perde la fascia prescelta di 30 minuti, il personale dei Musei può negare l’accesso e si rischia anche di non avere un rimborso!

Naturalmente è obbligatorio l’uso di una mascherina a copertura di naso e bocca, da tenere per tutta la durata della visita. E’ obbligatorio anche il controllo della temperatura: chi ha più di 37,5° non può accedere ai Musei Vaticani. 

Le audioguide si possono noleggiare in loco o in fase di prenotazione ed è garantita una scrupolosa igienizzazione. Dal 01 Febbraio 2021 l’ unico punto ristoro è il Bistrot nel cortile della Pigna, ma ci si può rifornire di bibite e snack tramite i distribuiti automatici distribuiti lungo il percorso. 

E infine una raccomandazione: coprite spalle e gambe, perchè non è possibile entrare con abiti succinti.

 

 

 

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