La prima volta che ho posato lo sguardo sulla spettacolare scenografia che è il Parco Regionale Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, (fortunatamente) meglio noto come Parco della Murgia Materana, è stata indimenticabile!
Praticamente appena arrivata a Matera, quando gironzolavo con la faccia inebetita di fronte alla struggente bellezza della città, mi sono affacciata dal primo belvedere che ho incontrato ed ecco davanti ai miei occhi questo affascinante panorama. Un paesaggio rupestre dal fascino selvaggio, caratterizzato da rocce, profonde rupi, sentieri impervi, gravine e grotte naturali utilizzate dall’uomo fin dalla Preistoria.
Questo territorio senza eguali, con le sue grotte, le chiese rupestri scavate nella tenera calcarenite e i villaggi neolitici, è come uno scrigno che custodisce secoli di storia.
Infatti quest’area, un altopiano calcareo ricoperto dalla tipica vegetazione mediterranea, è stata abitata già nel Paleolitico. Ed è proprio per la presenza di antichissimi resti archeologici, che nel 1990 è stato istituito il Parco, a tutela della Murgia Materana.
Lo scopo del Parco della Murgia Materana è anche quello di recuperare e valorizzare le 150 chiese rupestri che arricchiscono l’altopiano, che fino al 1990 erano in balia di eventi atmosferici, vandali o semplice incuria. E’ vero che il patrimonio storico, artistico e culturale in Italia è immenso e preservare tutto deve essere veramente difficile, ma aver dimenticato fino a qualche decennio fa questo tesoro è veramente un delitto per me!
Sono stata talmente rapita da questo scenario che ho subito cercato un servizio di guida che mi accompagnasse alla scoperta del Parco. Mi sono rivolta all’agenzia InfoMatera, che si trova in piazza Vittorio Veneto, vicino al Palombaro Lungo. E ho fatto davvero bene! Intanto perchè il Parco della Murgia è enorme (circa 8000 ettari) e non avrei saputo orientarmi, poi perchè è incluso anche il trasferimento. Ma soprattutto perchè la mia guida, il simpaticissimo signor Raffaele, è stato eccezionale.
Vi consiglio di chiedere di lui, perchè, oltre alla straordinaria simpatia, conosce profondamente questi luoghi, anche dal punto di vista naturalistico, e ha avuto la capacità di tenere me e gli altri turisti appesi alle sue labbra!
Le grotte, le chiese rupestri e i villaggi neolitici, ricchi di tombe e cisterne per raccogliere l’acqua, testimoniano la presenza ininterrotta dell’uomo sull’altopiano della Murgia. I reperti archeologici rinvenuti qui sono custoditi al Museo Nazionale Archeologico Domenico Ridola, nel centro di Matera.
La particolarità di queste strutture è la loro tecnica di costruzione, se così si può dire: perchè in effetti non si costruiva, ma si sottraeva materia dalla roccia per ricavare spazi abitativi e strutture architettoniche. Per questo si parla di “architettura in negativo”!
Le chiese rupestri sono 150, un numero incredibile! Sono tutte diverse tra loro, sia dal punto di vista iconografico sia dal punto di vista architettonico. Risalgono all’alto Medioevo, quando in queste grotte si rifugiarono immigrati da Cappadocia, Armenia, Siria ed Asia Minore che avevano perso la libertà di culto nei loro paesi d’origine. Ben presto questi luoghi divennero luoghi di preghiera, e furono impreziositi di affreschi in stile bizantino che ancora oggi, nonostante l’incuria, possiamo in parte ammirare.
Anche se molti affreschi sono stati persi, trafugati o rovinati dall’uso che di queste chiese è stato fatto in seguito (alcune furono adibite ad abitazioni o ricoveri per animali), quel che resta è un inestimabile patrimonio di arte parietale rupestre che merita di essere conosciuto dal mondo intero!


Per la visita al Parco della Murgia Materana vi suggerisco di vestirvi comodi e di indossare anche scarpe da ginnastica, perchè, anche se difficilmente troverete il vento a più di 40 nodi come è capitato a me, l’ambiente è piuttosto impervio. Infatti è l’ideale per appassionati di escursionismo e trekking, con numerosi sentieri che si snodano nella natura e nella storia antica, e lungo i dirupi della cosiddetta Gravina di Matera, un profondo canyon dove scorre per diversi chilometri il torrente omonimo.
Come se tutto ciò non bastasse a rendere straordinario questo Parco, ho scoperto che vanta anche una flora ricchissima ( e dire che a me sembravano cespugli tutti uguali!), con 923 specie, tra cui 100 rarissime e 36 endemiche! …. e visto che siamo al capitolo “Flora e Fauna” vi segnalo pure la presenza del falco grillaio, che è il simbolo del Parco, di poiane, nibbio reale, capovaccaio (il più piccolo avvoltoio europeo), tassi, volpi, istrici, lupi, cinghiali, vipere comuni, lepri ecc. ecc.
Camminando (e a volte anche arrampicandomi), immersa in questa natura selvaggia, ho sempre avuto come sfondo la città di Matera, con il suo caratteristico profilo.
E’ una vista unica e suggestiva, che da sola vale il prezzo del biglietto di questa escursione (20 euro), specialmente al tramonto, quando i Sassi si ammantano di magia. Il sole cala e sia il Parco che la città vengono avvolti da un’atmosfera mistica e un silenzio denso di emozioni, tanto che quasi non sento il vento, che pure è fortissimo e mi fa vacillare.
Solo il pensiero della SPA che mi attende in serata mi convince a lasciare questo luogo sbalorditivo. Per notizie più approfondite, mappe, itinerari e calendario degli eventi in programma nel Parco della Murgia, potete consultare il sito ufficiale. Mi raccomando, non perdetevi questo ennesimo territorio italiano annoverato tra i siti dell’Unesco, insieme ai Sassi di Matera. A presto!