La Galleria Borghese si trova all’interno del parco dell’omonima Villa, uno dei luoghi preferiti dai romani. Qui infatti si può godere di una pausa ristorativa dall’allegro caos della Capitale, passeggiando tra i giardini pubblici e visitando uno dei migliori musei di Roma.

La Galleria Borghese nacque come residenza privata all’inizio del Seicento per volontà del cardinale Scipione Borghese, figlio di Ortensia Borghese, sorella di Papa Paolo V. Collezionista appassionato, il cardinale Scipione fu anche uno dei primi mecenati del Bernini, presente in Galleria con molte opere. Grazie appunto a questa grande passione, questo edificio meraviglioso divenne negli anni una galleria d’arte, che ha subito diverse modifiche e ristrutturazioni.
Oggi ospita, accanto a innumerevoli reperti di arte romana antica, autentici capolavori di Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Raffaello, Tiziano, Correggio, Caravaggio e Canova, oltre quelli del già citato Bernini.
Il nucleo più importante delle sculture e delle pitture risale al collezionismo del cardinale Scipione, ma anche nei secoli successivi sono state aggiunte opere di grande valore.
Scipione Borghese amava la scultura antica, l’arte rinascimentale e contemporanea e la collezione riflette il suo gusto. Le prime opere ad entrare in questa collezione furono 107 dipinti confiscati al pittore noto come Cavalier d’Arpino. Poi fu la volta della Deposizione di Raffaello, e in seguito vi confluì parte dell’eredità di Olimpia Aldobrandini, che includeva molte opere pregevoli.
Nel 1807, Camillo Borghese, discendente del cardinale Scipione e marito di Paolina Bonaparte, sorella dell’imperatore, vendette a Napoleone 154 statue, 160 busti, 170 bassorilievi, 30 colonne e vari vasi. Queste opere costituiscono il fondo Borghese del Louvre, dove si trovano tutt’oggi. Fu senza dubbio una gravissima perdita, ma nel corso dei decenni successivi fortunatamente la collezione si arricchì di molti reperti provenienti da recenti scavi archeologici, da opere recuperate dalle cantine e da varie altre dimore borghesiane. Nel 1827 Camillo Borghese riuscì ad acquistare a Parigi la Danae del Correggio… questo non pareggia i conti, ma fu decisamente un bel colpo!
Nel 1902 lo Stato Italiano acquistò l’intera tenuta Borghese, rendendo un Museo la casa padronale e decretando verde pubblico i suoi meravigliosi giardini.
Le opere
Tra le opere più note ospitate alla Galleria Borghese c’è la statua di Paolina Bonaparte. La realizzò Antonio Canova, che già all’epoca era famosissimo. Canova, amante dell’arte classica, la ritrae nel suo perfetto stile neoclassico. Adagiata su un’elegante chaise-longue, la principessa tiene una mela nella mano.
E’ come Venere, la dea che vinse il giudizio di Paride. All’epoca ci furono moltissimi pettegolezzi su quest’opera, specialmente perchè si vociferava che per la sua realizzazione Paolina Bonaparte stessa avesse posato nuda di fronte a Canova. Del resto non era la prima volta che la sorella dell’imperatore francese destasse scandalo! Oltre alla bellezza di Paolina/Venere, non mancate di notare la resa stupefacente del materasso su cui è distesa. E’ talmente realistico da sembrare morbido, e il peso della principessa sembra affondarvi!

Gianlorenzo Bernini è presente con diverse opere e tra queste sono celeberrime il Ratto di Proserpina, il David, I busti del cardinale Scipione e Apollo e Dafne.
Il Ratto di Proserpina è di una bellezza sconvolgente, pur rappresentando un episodio drammatico della mitologia greca. Protagonisti di questa scultura sono Plutone, dio degli Inferi, e Proserpina, una figlia di Giove. Plutone è rappresentato nell’atto di rapire Proserpina, di cui si è follemente invaghito. La ragazza cerca di resistere, si agita, scalcia, ma le mani di Plutone la tengono con forza brutale, tanto che le dita di lui affondano letteralmente nella carne di lei. Lei piange, lui ha un ghigno soddisfatto sul volto. Come si può non amare la grandezza del Bernini e la sua capacità di rendere un materiale freddo e duro come il marmo quasi caldo e morbido come la carne?
Il David del Bernini, a differenza di quelli di Michelangelo e Donatello, è colto nel momento dell’azione. Il suo corpo è tutto concentrato nell’atto che sta per compiere. Tra un attimo lancerà la fionda, i muscoli sono tesi, lo sguardo è concentrato, le labbra strette per lo sforzo. Sta per sconfiggere Golia, ma ancora non lo sa, ed ecco quindi che richiama a sè tutta la sua forza per compiere il gesto che lo passerà alla storia!
Essendo il cardinale Scipione uno dei primi mecenati del Bernini, come minimo l’artista dovette realizzargli un bel busto (un po’ di gratitudine no?). Ma qui alla Galleria Borghese, tra alcuni autoritratti dell’artista,ce ne sono addirittura due, quasi uguali. Pare infatti che il primo busto, il più somigliante, presentasse una crepa sulla fronte del cardinale, di cui si accorse il lucidatore. Sconvolto, Bernini ne realizzò in soli tre giorni una seconda copia!

Apollo e Dafne è la mia opera preferita di Bernini. Il soggetto è ripreso dalla famosa favola di Ovidio, dove si narra di Apollo che, colpito con una freccia d’oro da Eros, si invaghisce della ninfa Dafne. Ma Dafne però non può ricambiare l’amore del dio Apollo, perchè a sua volta trafitta dal solito Eros con una freccia di piombo. La ragazza, per sfuggire alle attenzioni di Apollo, prega gli Dei di trasformarla in un albero di alloro e la sua richiesta viene esaudita.
Il gruppo scultoreo rappresenta il momento in cui Apollo, correndo all’inseguimento di Dafne, la raggiunge e riesce a posarle una mano sul fianco. Proprio in quel momento, per effetto del tocco del dio, la fuga della ninfa si blocca. Dafne protende le braccia verso il cielo cercando l’aiuto degli dei, ma il suo corpo sta già iniziando la metamorfosi. I suoi piedi ora sono radici e le mani e i capelli fronde di alloro. La cosa pazzesca è che fino ad allora Apollo e Dafne erano sempre stati rappresentati in pittura, perchè non c’era modo di rendere il momento culminante della trasformazione con la scultura. Ma Bernini riuscì a plasmare il marmo per offrire a noi spettatori una rappresentazione in movimento. La scena, incredibilmente realistica, testimonia lo straordinario virtuosismo tecnico con cui Bernini realizzò una metamorfosi che sembra avvenire proprio sotto i nostri occhi!
Tra le molte sale della Galleria Borghese si susseguono tanti altri capolavori di scultura, come la languida statua dell’Ermafrodita dormiente o il gruppo di Marco Curzio che si getta nell’abisso, ma anche altrettanti dipinti di interesse notevole.
Accanto ad opere di Cranach il giovane, Perugino, Canaletto, Guido Reni, Rubens e Domenichino troviamo anche Botticelli, Caravaggio, Tiziano e Raffaello.
La spregiudicatezza con la quale il cardinale Scipione si assicurò molte di queste opere, fece sì che la sua collezione fosse già a quell’epoca fra le più grandi d’Europa. Oggi è tutta per noi, perchè possiamo godere di tanta bellezza, lascito prezioso di questo irrefrenabile collezionista.
Consigli utili
La Galleria Borghese è un museo d’arte è non è da confendersi con Villa Borghese. La Villa è il parco pubblico che circonda il museo, e la visita dei suoi giardini è completamente gratuita.
La Galleria è aperta dal martedì alla domenica dalle 09:00 alle 19:00. Il costo dei biglietti è 13 euro per gli adulti, 2 euro dai 18 ai 25 anni, mentre per i minori di 18 anni la visita è completamente gratuita. E’ obbligatorio prenotare la visita in anticipo (costo della prenotazione 2 euro), poichè le entrate sono contingentate. Nel progettare la vostra visita tenete presente che dovrete indicare un orario preciso e che avrete a disposizione due ore totali. Per maggiori informazioni su biglietti, orari, visite guidate ecc. potete consultare il sito della Galleria.
E in più….
Se vi sbrigate a prenotare la visita alla Galleria Borghese, troverete fino al 07 Novembre anche una mostra dedicata all’artista inglese Damien Hirst, “Archeology now”.
In tutte le sale del museo, accanto alle opere più antiche di statuaria romana e ai dipinti del Rinascimento, sono esposte sculture di piccole o immense dimensioni, realizzate con materiali come marmo, bronzo o malachite. Sono opere spettacolari, che ben si inseriscono nel contesto museale. Molte di queste opere ricordano quei fortunati ritrovamenti sottomarini, quando le statue sono incrostate di coralli coralli e sabbia che anzichè nasconderne la bellezza, la esaltano!