A sud-ovest della Sardegna si trova l’isola di San Pietro, che insieme a Sant’Antioco forma l’arcipelago del Sulcis. Naturalmente la Sardegna non ha bisogno di presentazioni, essendo una delle mete preferite da noi italiani per le vacanze, ma quanti di voi avevano sentito parlare di San Pietro? Io devo ammettere la mia tremenda ignoranza, ma non sapevo nemmeno che esistesse!
Allora come ho fatto a decidere di trascorrerci le vacanze estive? Mi sono fidata ad occhi chiusi del parere dei nostri amici Marco e Ileana, che sognano di trasferirsi lì definitivamente. Questi nostri amici ogni volta che ritornano a casa soffrono di nostalgia, come i brasiliani con la saudade. I loro racconti entusiastici hanno stimolato la mia curiosità e così ho deciso che dovevo vedere con i miei occhi quest’isola così affascinante. Ed ho fatto davvero bene a fidarmi del loro giudizio, perchè adesso anch’io sospiro quando ripenso a quelle scogliere, a quelle calette e quelle case color pastello….
Come arrivare a San Pietro
Arrivare da Roma sull’isola di San Pietro non è stata proprio una passeggiata, ma è valsa la pena, fidatevi. Con il volo Alitalia delle 08:15 sono arrivata all’aeroporto di Cagliari, dove ho preso una navetta privata per Calasetta (più o meno un’ora), e da lì un traghetto fino all’isola (40 minuti per 9 euro circa). Questo è il modo più veloce per raggiungere San Pietro, ma ci sono anche delle alternative meno dispendiose. Per esempio, si può arrivare in traghetto a Cagliari, e da lì prendere un autobus o il treno (ma bisogna cambiare!) per arrivare ai porti di Calasetta o Portovesme, da dove partono i traghetti della Delcomar per San Pietro. E’ una soluzione sicuramente più economica, ma devo avvisarvi che il viaggio sarà lunghissimo, perchè praticamente non esistono coincidenze e si perdono due preziosi giorni di vacanza, tra andata e ritorno!
San Pietro, l’isola nell’isola
Cosa rende l’isola di San Pietro diversa rispetto al resto della Sardegna? Innanzitutto la lingua, impossibile da sentire altrove, e l’architettura particolare dell’unico centro abitato, Carloforte. Infatti con mia grande meraviglia ho scoperto che sull’isola si parla il tabarkino, una sorta di dialetto ligure con accento sardo e gli edifici di Carloforte ricordano le case torri delle Cinque Terre. Che mistero misterioso, direbbe Winnie the Pooh, ma tutto deriva dalla storia degli abitanti di San Pietro. Tutto ebbe origine nel 1540, quando un gruppo di migranti liguri partì da Pegli e si trasferì sull’isola di Tabarka, al largo della costa tunisina. Qui si dedicarono alla pesca dei coralli per circa due secoli, fino a quando furono costretti dagli africani a fuggire abbandonando l’isola. Nel 1783 approdarono sull’isola disabitata di San Pietro e ottennero dal re Carlo Emanuele III l’autorizzazione a stabilirvisi. Ecco spiegata l’origine della lingua e dell’architettura di Carloforte! A tutt’oggi l’isola mantiene un forte legame con la Liguria in generale e con Pegli in particolare, tanto da essere considerata un’enclave ligure in Sardegna!
Carloforte
A mano a mano che il traghetto si avvicina a Carloforte, si comincia a percepirne la bellezza. Oltre la moltitudine di barche ormeggiate al porto, si distinguono il bel lungomare trafficato, le case tutte in fila, sviluppate in altezza e dai colori pastello, i grandi alberi che fanno ombra ai tavolini all’aperto dei tanti localetti. A questa vista è naturale provare una forte impazienza di sbarcare! E una volta a terra si può solo confermare la prima impressione: Carloforte è inaspettatamente bella! Il lungomare verso nord sembra quasi L’Havana, assolato, con le palme e l’intonaco colorato delle case un po’ scrostato… decisamente affascinante! Non a caso fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia!
Il centro è un dedalo colorato di viuzze (alcune strettissime, come quella dove alloggiavo io), dove si susseguono ristorantini, bar, botteghe, negozi di souvenir e i caratteristici portoncini a due battenti. Avrei voluto fotografarli tutti, ho un debole per le porte, chissà perchè!
Ci sono, tra i carruggi e carruggetti (come si chiamano da queste parti i vicoli), angolini veramente belli, e quell’autenticità dei paesi d’altri tempi. Non è raro vedere in strada panni stesi ad asciugare direttamente con lo stendino, o persone che giocano a carte fuori dal portone di casa con tanto di tavoli e sedie!
Uno dei luoghi più fotografati è l’archiottu, l’arco ottocentesco di via Solferino. Bastano poche ore per girare tutta Carloforte, dalle mura edificate per difendersi dai corsari tunisini, alle chiese di San Carlo e dei Novelli Innocenti, da palazzo Cavallera all’Oratorio della Madonna dello Schiavo fino a Piazza della Repubblica, la piazza principale. Qui quattro panchine circolari circondano ognuna un enorme ficus magnolioide. All’ombra di questi alberi stupendi si siedono gli anziani a chiacchierare tra loro, o le famiglie mentre gustano un gelato e i bambini giocano e si rincorrono.
Il lungomare è una bella passeggiata con tanti negozi e bancarelle dove fare shopping, incontrarsi per un aperitivo, cenare o semplicemente per lo struscio serale. Mi ha ricordato quando ero piccola e dopo cena uscivo con i miei genitori per incontrare i loro amici, o i miei nonni, al bar, dove ci sedevamo ai tavolini all’aperto e mia madre prendeva sempre la granita di caffè con panna. Uno di quei ricordi belli nella loro semplicità, che un po’ fanno sorridere e un po’ immalinconiscono…
La cucina locale
Ci sono ristoranti un po’ per tutte le tasche, e in generale i prezzi non sono quelli esagerati della Sardegna più turistica. Per esempio, se non avete voglia di cucinare ma preferite mangiare a casa, ci sono molte rosticcerie e take away a prezzi davvero onesti.
Fra i tanti ristoranti dove gustare la cucina tabarkina, vi segnalo A Galaia e Da Andrea, ma ricordatevi di prenotare! Protagonista assoluto dei piatti carlofortini è il tonno rosso, che si pesca nella vicina tonnara. Del tonno qui non si butta via niente, e viene proposto in una varietà incredibile di preparazioni che si possono trovare solo qui. Da assaggiare assolutamente è il musciamme, filetto di tonno conservato sotto sale e poi essiccato. Ma come non menzionare la fregola ai frutti di mare, il pasticcio (tre diversi tipi di pasta, conditi con il pesto della tradizione ligure e sugo di tonno), il cascà (cous-cous carlofortino) o la farinata? Insomma, sull’isola di San Pietro si mangia veramente bene…. anche la pizza! Lo scugnizzo è un must sull’isola, oltre alla pizza della tradizione napoletana non si può non provare il mitico calzone fritto!
La tonnara di San Pietro
Sull’isola di San Pietro è attiva la pesca al tonno fin dal 1783, quando vi si trasferirono i Tabarkini. La sua tonnara è tra le più antiche del Mediterraneo. Qui si pesca il pregiatissimo tonno rosso, che, seguendo il suo abituale percorso, passa in queste acque in Primavera. Le maglie delle reti sono grandi 50 centimetri, per permettere la pesca dei soli esemplari adulti. La pesca del tonno di qualità porta San Pietro ad essere famosa anche all’estero e ogni anno, dal 2003, ospita una delle manifestazioni gastronomiche più interessanti del panorama internazionale, Il Girotonno. Questa manifestazione si svolge a Carloforte in occasione della mattanza, la fase finale della pesca del tonno, che a seconda delle condizioni meteorologiche, si compie tra Maggio e Giugno. Ovviamente per via del Covid-19 le ultime due edizioni sono saltate, ma la tradizione non si ferma e per il 2022 è prevista un’edizione speciale!
Il tonno rosso non viene più lavorato qui sull’isola e attualmente la tonnara è abbandonata. Se volete riportare a casa un po’ di San Pietro, consiglio vivamente di acquistare almeno una scatoletta di tonno locale. Costa molto molto di più di quello che si trova al supermercato, e la ragione la capirete assaggiandolo!
Le spiagge
L’attrattiva principale di San Pietro è ovviamente il magnifico mare sardo, con le sue mille sfumature di blu. Ci sono molte spiagge di sabbia bianca, attrezzate e non, e tantissime calette tra gli scogli. Alcune non sono proprio facilissime da raggiungere, ma poi si resta incantati dal mare meraviglioso che si trova. Munita di una dettagliata cartina presa al centro turistico sul lungomare, ho cercato di visitarne il più possibile, spostandomi con il motorino noleggiato a Carloforte.
La spiaggia più conosciuta è sicuramente il Giunco. E’ la spiaggia più vicina a Carloforte, lunghissima, sabbiosa, con l’acqua che resta bassa per molti metri dalla riva e questo la rende molto adatta alle famiglie con bambini. Personalmente ho preferito le spiagge più piccole, come Lucaise, Girin, Guidi e Geniò. La Bobba e Punta Nera hanno anche dei chioschi per snack e bibite.
La Conca, preferita da chi ama i tuffi, è una scogliera a picco sul mare molto famosa, ma troppo impegnativa per i miei gusti. Le vicine Conchette invece sono insenature tra le scogliere, dove si formano piccole piscine d’acqua verde smeraldo e turchese. Ci si può anche sistemare sugli scogli a prendere il sole, se si arriva presto per accaparrarsi quelli adatti.
La Caletta, o Cala Spalmatore, è un’altra spiaggia molto nota per la serie televisiva “L’isola di Pietro“. Proprio qui infatti c’era la casa di Gianni Morandi, il protagonista. C’è un chiosco per rifocillarsi e quando il maestrale impera, diventa la meta dei surfisti.
La mia preferita in assoluto però è la spiaggia conosciuta solo dalla gente del posto, Cantagallina. E’ una piccola spiaggia selvaggia, un po’ nascosta, a nord di San Pietro, vicino alla tonnara. Una striscetta di sabbia bianca protetta dagli alberi e di fronte ad un mare che definire cristallino è riduttivo!
Bird watching
La mattina presto, e poi nel tardo pomeriggio, decine di fenicotteri rosa dimorano alle saline, una zona di cento ettari che fino al 1998 produceva circa 10.000 tonnellate di sale all’anno. Qui si possono ammirare anche altri uccelli, come aironi, garzette e i cavalieri d’Italia, una specie molto rara.
A San Pietro c’è anche l’oasi LIPU, 236 ettari di natura selvaggia. Su queste scogliere a picco sul mare ogni estate arriva dal Madagascar per nidificare il Falco della Regina, una specie rarissima. Bird watcher esperti riconosceranno facilmente anche il gheppio, la poiana ed il falco pellegrino, il rarissimo gabbiano corso dal particolare becco rosso corallo, il cormorano dal ciuffo e numerose altre specie.
Il tramonto a Capo Sandalo
Solitamente quando arrivo in un posto nuovo, cerco di capire quale sia il posto ideale per andare ad ammirare il tramonto. Sull’isola di San Pietro sono tutti d’accordo nel dire che non c’è luogo migliore di Capo Sandalo.
Qui, sulla punta più occidentale dell’isola, svetta sulla scogliera a strapiombo sul mare l’omonimo faro. Ora, la mia passione per i fari è risaputa, ma anche se non li amassi ne sarei rimasta affascinata! Purtroppo non è stato possibile visitarlo, ma mi hanno assicurato che la vetta offre un panorama mozzafiato (ci si arriva dopo 124 scalini).
Sono rimasta più di un’ora seduta sulla scogliera con i piedi ciondolanti nel vuoto. Il sole sembrava non voler mai tramontare, quindi mi sono goduta le diverse sfumature di giallo, arancio e rosso a mano a mano che calava sull’orizzonte. C’erano famiglie che avevano addirittura organizzato un picnic nell’attesa del tramonto perfetto. E’ stato uno spettacolo indimenticabile, senza alcun rumore se non quello del vento e del mare che sbatteva sugli scogli sottostanti.
Un giro in barca non deve mancare!
Inizialmente avrei voluto noleggiare una barca e girare intorno all’isola in autonomia, ma poi sono stata scoraggiata dal fatto che a San Pietro ci sono molti scogli e non essendo navigatori esperti c’era il rischio di avere un incidente. Molto meglio affidarci a un’agenzia sul lungomare, dove si organizzano tour di una giornata su magnifiche barche a vela d’epoca! In questo modo non abbiamo dovuto pensare a nulla, solo a goderci il mare e i racconti del nostro capitano, che all’ora di pranzo ci ha anche preparato un fantastico piatto di spaghetti con la bottarga di tonno.
Circumnavigare l’isola è stato stupendo! Si possono vedere da vicino l’isola Piana e l’isola dei Ratti, Punta delle Oche, Capo Sandalo, Cala Fico, la Mezzaluna e il simbolo di San Pietro, le Colonne.
Erano due imponenti faraglioni, quasi due guardiani posti a difesa dell’isola. Purtroppo, dei due, quello più vicino alla costa ha subito un crollo dovuto alla violenza delle mareggiate, e si è notevolmente ridotto.
Oltre ad ammirare le scogliere selvagge, le insenature nascoste, le grotte che rammentano storie di pirati, ci siamo potuti fermare in calette meravigliose raggiungibili solo dal mare. Tra tuffi a bomba, nuotate, snorkeling e giochi in acqua, ho fatto il pieno di azzurro e acqua salata. Dovrà bastarmi fino alla prossima estate, quando tornerò su quest’isola meravigliosa.
Perchè una promessa è una promessa, e io l’ho promesso ai miei amici carlofortini…. grazie Franco e Luisella, per sempre nel mio cuore.
Adoro come scrivi … dovresti scrivere un libro. La Sardegna la conosco molto bene ma lì non sono mai stata… per un attimo mi sono tele trasportata su questa isola .. grazie
Non la conoscevo neanche io, e mi dispiace perché avrei voluto andarci prima! È proprio un posto meraviglioso! Grazie per i complimenti 🙏🏼 sono veramente grata.