Mi ci è voluto un po’ per scrivere questo post su L’Havana, la capitale cubana. Ho avuto bisogno di un po’ di tempo per lasciar decantare dentro di me tutte le emozioni che mi ha lasciato prima di riuscire a mettere tutto nero su bianco. Perchè L’Havana è una città che non lascia indifferenti, nel bene e nel male, volenti o nolenti. Come non restare colpiti dalla sua atmosfera senza tempo, dallo scorrazzare delle coloratissime auto americane anni ’50, dai suoi bellissimi e decadenti edifici coloniali?




Per apprezzare al meglio la città, e capire un po’ il mondo in cui si sta entrando, è fondamentale conoscerne la storia, almeno a grandi linee.


La bellezza della città è stata messa a dura prova dal passare del tempo, dalla mancanza cronica dei materiali necessari per la manutenzione, ma anche dagli agenti atmosferici stessi. In un primo momento sembra solo estremamente vecchia e trascurata, ma a ben guardare è una città unica, dove la conservazione della originale disposizione urbana è stata notevole. E’ ricca di veri e propri tesori architettonici, che vanno dal barocco al neoclassicismo, per non parlare dei rimarchevoli edifici coloniali: le facciate e i muri dipinti in colori pastello, pur sgretolati e pieni di crepe, contribuiscono a conferire ancor più fascino e unicità.




L’Havana è divisa in tre zone: Vedado, Centro Havana e Havana Vecchia. Il modo migliore per visitarla è naturalmente a piedi, per poter godere di ogni particolare. Se invece si vuole prendere un taxi, bisogna pattuire prima la tariffa, perchè il tassametro, se esiste, non viene usato! Tenete presente che si può praticamente andare ovunque, perchè è una città molto sicura.



Per i nostri quattro giorni in città, abbiamo alloggiato tre notti a Vedado e una notte in Centro Havana. Si trattava in entrambi i casi di Case Particular, quella a Vedado prenotata dall’Italia e quella in Centro Havana trovata per caso mentre facevamo la fila all’ufficio cambio (Cadeca). La casa al Vedado era a nostro uso esclusivo, molto grande e vivibile, vicino alla Calle 23 e all’Hotel Cuba Libre, praticamente il cuore del quartiere; nonostante questo non mi ha colpita particolarmente. Invece la Casa di Vivian in Centro Havana mi è piaciuta fin dal primo istante! Intanto il sorriso gioioso con cui ci ha accolto Vivian quando siamo entrati nella sua casa mi ha conquistata immediatamente. Poi, la casa è uno splendido appartamento in un palazzo del 1917, drammaticamente bisognoso di restauro ma così tipicamente habanero! La nostra ospite, Vivian, ci ha fatto sentire come a casa nostra, aiutandoci con telefonate varie per trovarci taxi e alloggi a Cienfuegos, la nostra tappa successiva; ci ha spiegato alcuni aspetti della sua religione, la Santeria, illustrandoci tutti i vari altarini che teneva in giro e in più ci ha viziati con una colazione ricca e gustosissima! Se mai doveste avere bisogno di un alloggio a L’Havana, tenetela presente.
L’Havana Vecchia (Habana Vieja) per me è senza dubbio la parte più affascinante della città. Dal 1982 è Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Nonostante sia in atto un lento progetto di rinnovamento, per cui alcune strade ed edifici sono stati già restaurati, appare come cristallizzata nel tempo. E’ stata edificata intorno ad una serie di piazze, circondate da chiese, conventi, musei, edifici con bellissimi portici, dove porte e finestre sono abbellite da cancelli in ferro battuto. E’ un piacere camminare tra le vie acciottolate che collegano le varie piazze, curiosando con il naso all’insù. Alcune tra queste strade sono tra le più vivaci e turistiche della città, piene di ristorantini e bar, dove poter pranzare o semplicemente bere qualcosa ascoltando musica dal vivo. Infatti, in molti dei locali in zona si improvvisano concertini estemporanei, dove i clienti ballano e cantano insiemi ai dipendenti dei ristoranti. Magari sono cose organizzate ad arte per poter piacere ai turisti, ma l’atmosfera è così calda e sincera, che alla fine ci si diverte e basta.


Qui è facile incontrare belle signore cubane nei loro abiti tradizionali, in posa per farsi fotografare dai turisti in cambio di una piccola offerta, ma anche venditori ambulanti che sui loro carretti vendono per pochi CUP la frutta più dolce che abbia mai assaggiato!



Plaza de Armas si trova alla fine della animatissima Calle Obispo, dove si trova la antica Farmacia Taquechel, con la sua collezione di antichi vasi in ceramica.
E’ la piazza più antica di Habana Vieja. Al centro della Piazza c’è un bel giardino, dove ci si può riposare un po’ all’ombra delle palme, osservando i palazzi che vi si affacciano. Tra questi, il Palacio de Los Capitanes Generales, l’antico palazzo dei governatori spagnoli , che oggi ospita il Museo de la Ciudad. Affacciatevi per ammirare il bel cortile interno, soleggiato e ricco di verde con due altissime palme. Sempre sulla Plaza de Armas, c’è la più antica fortezza de L’Havana, il Castillo de La Real Fuerza, costruita seguendo il modello di quelle medievali spagnole. Oggi ospita il Museo della Navigazione e custodisce una straordinaria collezione di tesori recuperati da galeoni affondati nella baia.








Plaza de San Francisco prende il nome dal convento francescano che vi fu costruito nel 1730. Inizialmente dava direttamente sulla baia: qui gli antichi galeoni scaricavano gli schiavi provenienti dall’Africa. La piazza è dominata dalla Basilica di S.Francesco, che oggi è sede di molti concerti grazie alla sua eccellente acustica.

Plaza Vieja, originariamente chiamata Plaza Nueva, si raggiunge dalla rinnovata Calle de Los Mercaderes. Ha assolto molte funzioni nella sua storia: è stata sede di mercati e di spettacoli di corrida, vi si sono svolte esecuzioni pubbliche, ed era addirittura stata adibita a parcheggio! E’ una piazza assolata, a forma quadrata e restaurata di recente, ideale per osservare la gente che passa: noi ci siamo fermati al birrificio artigianale con i tavoli all’aperto, “Factoria Plaza Vieja”. Da questo punto di osservazione privilegiato, sorseggiando un’ottima birra e mangiando delizioso cocco fritto acquistato da un ambulante, abbiamo osservato sia i numerosi turisti, sia i cubani affaccendati nelle loro attività quotidiane. E’ sicuramente la piazza che mi è piaciuta di più, per l’architettura degli edifici di quattro secoli diversi e la presenza della fontana in marmo di Carrara al centro.






Un’altra rimarchevole piazza è Plaza de La Catedral, chiamata così per la presenza della Cattedrale barocca datata 1727. La piazza originariamente era chiamata Plaza de la Cienaga, per via del suo terreno fangoso. Nel XVIII secolo però fu pavimentata e da allora divenne una delle piazze più importanti della città, tanto che le famiglie ricche vi si trasferirono costruendo qui i loro palazzi.




Da qui si raggiunge facilmente il bar più famoso di L’Havana, dove si dice sia stato inventato il Mojito: la Bodeguita del Medio. Personaggi illustri erano soliti frequentarlo, come Neruda e Hemingway. E’ davvero una tappa obbligata per i turisti: non sei stato a L’Havana se non ti sei fermato qui per il mojito più famoso di tutta Cuba!


Centro Havana è sicuramente meno affascinante dell’Havana Vecchia da un punto di vista prettamente turistico, ma per me è stata veramente istruttiva! Lo stato delle strade e degli edifici è pessimo, ma è qui che si svolge la vera vita quotidiana degli abitanti della città.





Siamo stati accompagnati in questa zona da quello che mi piace chiamare il “nostro uomo a L’Havana“: Armando il judoka. Un signore incontrato per caso che con la massima disponibilità ci ha raccontato un po’ della storia della città, della condizione storica dei neri come lui e ci ha mostrato alcuni angoli che non avremmo mai visto da soli. Naturalmente non era completamente disinteressato, ma la sua compagnia è stata così piacevole e lui è stato talmente divertente che non avremmo mai voluto salutarlo! Per esempio, ci ha mostrato i negozi in cui, chi ha un po’ di soldi in più da spendere, può integrare la razione mensile di generi di prima necessità erogata dal governo. Purtroppo la carenza di ogni prodotto è sconcertante e questo dovrebbe farci molto riflettere, abituati come siamo agli scaffali dei nostri supermercati dove la merce è così abbondante da scadere!






Grazie ad Armando, abbiamo visitato il sorprendente Callejòn de Hamel. Si tratta di una strada dove ha sede la scuola del pittore Salvador Gonzales Escalona, uno degli artisti più noti dell’Havana. La sua arte, chiaramente afro-cubana con rimandi alla Santeria, è ovunque: i muri sono completamente decorati dai suoi murales e con oggetti di recupero ha assemblato e costruito sculture originalissime. Oltre ad ammirare questo museo a cielo aperto, si può visitare anche lo studio del pittore, conoscerlo ed acquistare le sue opere. La domenica la strada è animata da musica e ballerini di rumba e vi vengono celebrati i riti della Santeria. C’è un piccolo bar molto carino, costruito nello stesso stile della strada, con molti materiali riciclati, dove ci siamo fermati per rinfrescarci un po’. Armando ci ha spiegato che questo è il posto giusto per un Negroni, mentre il Floridita lo è per il Daiquiri e la Bodeguita del Medio per il Mojito. Ovviamente, abbiamo dovuto provare la veridicità di questa affermazione!!!


Una cosa che ignoravo completamente, è che anche a L’Havana esiste una comunità cinese! Ci siamo praticamente finiti in mezzo mentre cercavamo di raggiungere uno dei simboli della città, il Capitolio. Il quartiere cinese, Barrio Chino, lo si riconosce facilmente dalle insegne che indicano i ristoranti e fà uno strano effetto vederle appese agli edifici coloniali color pastello!



Il Capitolio è senza dubbio un elemento importante per orientarsi, in quanto la sua cupola è visibile praticamente da ogni parte della città. E’ in fase di restauro purtroppo, quindi non abbiamo potuto visitarlo. In ogni caso, fà effetto trovarcisi davanti: prima di questo viaggio, per me L’Havana si identificava con il Capitolio appunto e con l’icona di Che Guevara in Plaza de la Rivoluciòn. L’imponente edificio è stato costruito sul modello del Campidoglio di Washington DC e fino al 1959, prima quindi della Rivoluzione, è stato sede del congresso cubano. Oggi ospita l’Accademia delle Scienze e la Biblioteca Nazionale di Scienze e Tecnologia. Non tutti sanno che proprio dal Capitolio si misurano le distanze tra L’Havana e il resto dell’isola.








Di fronte a questo emblematico edificio, e fino ad arrivare al Malecòn, si stende il Paseo del Prado. E’ la via “bene” della città, che separa Centro Havana da Havana Vecchia.



E’ sicuramente una passeggiata piacevole, tra alcuni degli hotel storici più noti e rimarchevoli palazzi in stile coloniale. Lunga circa un chilometro, questa bella via alberata, la prima ad essere stata asfaltata a L’Havana, vi condurrà fino ad un altro dei luoghi simbolo della capitale cubana: il famoso Malecòn, il lungomare habanero.


Per nessun motivo si può mancare un giro su un taxi classico lungo gli otto chilometri del Malecòn!

Oltre ad avere la sensazione di immergersi nel passato, è un’esperienza unica da fare al tramonto, quando la gente si ferma qui per bere, pescare, cantare in compagnia o anche fare un tuffo nelle acque della baia. Le costruzioni qui sono fatiscenti e trascurate, battute dal vento e dalle mareggiate, ma è uno dei ricordi dell’Havana che mi accompagnerà per sempre! Dal Malecòn si vede chiaramente l’altro lato della baia, dove si ergono le due fortezze del Castillo del Morro e la Fortaleza de San Carlos de la Cabaña.


Per raggiungere l’area delle fortezze, c’è un tunnel sottomarino percorribile dai taxi e dagli affollatissimi autobus pubblici. Se, come noi, non avete tempo a sufficienza per visitarle entrambe, scegliete la Fortaleza de San Carlos de la Cabaña, specialmente se viaggiate con bambini. Fu costruita nel XVIII secolo a scopo difensivo, dopo la conquista dell’Havana da parte degli Inglesi. Durante le numerose guerre per l’indipendenza fu adibita a prigione e vi ebbero luogo molte esecuzioni, anche dopo la Rivoluzione del 1959.










Proprio qui Che Guevara stanziò il suo quartier generale: sono visitabili le sue stanze, dove si trovano alcuni oggetti che gli appartennero e numerose fotografie.
Ogni sera, alle 21 in punto si svolge la teatrale cerimonia del Cañonazo: un colpo di cannone sparato nella baia da un plotone di comparse in divise militari ottocentesche. Originariamente il colpo di cannone era il segnale che indicava la chiusura delle porte della città. Con un piccolo sovrapprezzo sul costo del biglietto, si ha diritto a una bibita, un panino, una spiegazione da parte di una guida e un posto riservato sotto un piccolo gazebo per godersi più comodamente lo spettacolo.

La zona del Vedado è la zona residenziale della città, quella più moderna, con ampi viali alberati e strade a più corsie. E’ anche la zona dell’Havana più ricca di memorie mafiose. Qui infatti ci sono gran parte degli hotel e dei nightclub in cui i gangsters americani riciclavano il loro denaro, ed erano qui anche i casinò dell’epoca pre-rivoluzionaria. Al 24° piano dell’hotel Havana Libre Fidel Castro stabilì il suo primo quartier generale nel 1959, dopo la sua trionfale entrata in città.



Come già detto, nel mio immaginario L’Havana si identificava con l’enorme immagine stilizzata del volto di Che Guevara in Plaza de la Rivoluciòn. Potete dunque capire che emozione è stata trovarmela finalmente davanti, dopo una lunga camminata da Calle 23!

Plaza de la Rivoluciòn è una delle piazze più grandi del mondo, con al centro il Monumento a Josè Martì, eroe nazionale cubano: un’altissima struttura grigia con pianta a forma di stella. Qui si svolgono ogni Primo Maggio le celebrazioni per la Festa dei Lavoratori. In questa piazza si radunano anche alcune tra le auto classiche più belle e meglio tenute in città, con le quali si può essere accompagnati a fare un giro per le attrazioni più note.






La piazza è circondata da uffici e edifici pubblici. Sulla facciata di uno di questi, il Ministero degli Interni, c’è il famoso murale che ripropone il volto di Che Guevara, come appare nel ritratto del fotografo cubano Korda. Sapevate che questa immagine, ormai divenuta classica, è stata resa celebre dall’editore milanese Feltrinelli? Fu proprio il fotografo Korda a donargliela, e Feltrinelli la usò prima come copertina del libro “Diario in Bolivia”, di Guevara, e poi sui poster con i quali tappezzò Milano dopo la morte del Comandante.

Mi sarebbe piaciuto visitare qualche museo, a L’Havana c’è un museo per ogni cosa, ma non è stato possibile…. quello però che è per me un grande rammarico è non essere andata a sentire un po’ di buona musica! Purtroppo, nei locali che mi interessavano, non era ammessa l’entrata ai minori e con noi c’erano dei ragazzi. Per avere il piacere di assistere ad un concerto di vera musica cubana dovrò proprio tornare a L’Havana prima o poi….

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