Ma lo sapete che quest’anno ricorre il centenario di uno dei quartieri più amati di Roma? E sapete che ci sono dei tour guidati che, proprio in occasione di questo evento, ve ne faranno conoscere la storia, gli aneddoti e gli angoli più belli?
Sto parlando della Garbatella, che di recente ha riacquistato l’attenzione che per anni le è stata negata, in favore di altri quartieri ben più noti.
Oggi questo quartiere, a lungo sottovalutato, è molto amato e ambito dai romani, e le case vanno letteralmente a ruba.
Il segreto di questo successo? La risposta potrebbe essere la riscoperta di quel suo fascino vivace e accogliente, e la sua straordinaria vivibilità. In effetti la Garbatella sembra quasi un paese racchiuso nella città, dalla forte componente popolare. E grazie all’intreccio tra il suo carattere popolare e le tendenze architettoniche dell’epoca, note come Barocchetto Romano e Razionalismo-Futurismo, la Garbatella è uno dei quartieri più originali della Capitale.
Nascita della Garbatella
La Garbatella, poco lontano dal centro storico di Roma, per molti anni è stata ingiustamente relegata al ruolo di borgata popolare, anche un po’ malfamata. Ma come è nato questo quartiere, unico nel suo genere?
A fine ‘800 Roma stava cercando di rendersi più moderna. A tale scopo si progettò un polo industriale che fosse vicino al mare e al fiume Tevere, dove attraccavano le navi cariche di merci. Il progetto prevedeva anche la costruzione di un porto che avrebbe facilitato le operazioni di carico e scarico, ma non vide mai la luce. Si scelse la zona ai piedi della collina della Garbatella (il nome era già questo), vicino alla Basilica di San Paolo. Naturalmente la realizzazione di un progetto così ambizioso (del quale faceva parte anche la centrale Montemartini) prevedeva l’impiego di una grande forza lavoro, alla quale bisognava garantire anche una sistemazione che non fosse troppo lontana. Così nacque il progetto del quartiere Garbatella, con l’intenzione appunto di ospitare tutti i lavoratori impegnati nella zona industriale del quartiere Ostiense.
A sottolineare l’importanza dell’impresa, fu addirittura il re Vittorio Emanuele III a posare la prima pietra, il 18 febbraio del 1920, in quella che oggi è piazza Benedetto Brin, da dove partono i tour guidati. Il re chiamò il futuro quartiere Concordia, ma s’impose fin da subito il nome con il quale tutti conoscevano quella zona: Garbatella.
Inizialmente avrebbe dovuto essere una borgata di campagna, separata dalla città. L’intenzione degli architetti che progettarono il primo nucleo del quartiere era proprio quella di riprodurre l’ambiente rurale e operaio dal quale provenivano i lavoratori che ci si sarebbero trasferiti. L’espansione urbanistica della città ha finito per inglobare la Garbatella al suo interno, ma il suo carattere rurale è rimasto, specialmente nella parte più vecchia, quella dei Lotti.
I Lotti
L’area infatti fu divisa in unità più piccole, i Lotti appunto, pensati come veri borghi in miniatura. Sono 62 i Lotti intorno ai quali si sviluppò il nucleo storico del quartiere, seguendo il modello inglese della città giardino. Presentavano un complesso di case dotate di cortili interni, e ogni inquilino disponeva di un terreno da usare come orto.
Tutto fu progettato con estrema cura e attenzione ai bisogni degli abitanti, nulla a che vedere con i nostri moderni quartieri-dormitorio. Le facciate sono diverse le une dalle altre, realizzate con particolare attenzione verso i dettagli architettonici e con richiami allo stile rurale. Piante di ogni genere, anche pregiate, abbelliscono i giardini e i cortili interni. Dovevano rappresentare il luogo ideale dove rifugiarsi, lontano dal caos della città e delle fabbriche del polo industriale dell’epoca.
Lo stile architettonico è un mix armonioso e piacevole tra gli stili Barocco, Neoclassico, Medievale e Rinascimentale: il famoso Barocchetto romano, che ha ispirato architetti di tutto il mondo!
L’altra Garbatella
A mano a mano che il quartiere si ingrandiva e accoglieva nuovi abitanti, divenne necessario edificare nuovi alloggi, che rispondevano alle mutate esigenze abitative. Così si passò dai Lotti ispirati alla città giardino alla costruzione di palazzetti a due o tre piani, e poi agli Alberghi Suburbani e alle cosiddette case rapide.
Anche lo stile architettonico cambia, rispecchiando le nuove tendenze dello stile del Ventennio fascista: forme rigorose, razionali, quasi austere, come testimonia la Scuola Cesare Battisti.
Gli Alberghi Suburbani della Garbatella sono quattro edifici enormi che affacciano su Piazza Michele da Carbonara, e si sviluppano con una forma a Y. Sono comunemente chiamati con il colore delle loro facciate: Albergo Rosso, Albergo Bianco, Albergo Giallo e Terzo Albergo. La loro costruzione rispondeva ad un urgente bisogno di abitazioni per tutti gli sfollati del centro storico, che stava subendo una profonda trasformazione per volere di Mussolini.
Sono degli edifici mastodontici, al cui interno si snodano infiniti corridoi. Furono concepiti per ospitare non solo unità abitative private, ma anche tanti spazi comuni, come mense, cucine, lavanderie, asili nido, scuole e anche una piccola chiesa. Ogni Albergo era pensato come un’isola autosufficiente. Ebbero anche un certo successo dal punto di vista architettonico, perchè ritenuti un esempio di modernità. Considerati un vanto per la Roma dell’epoca, li visitarono molti personaggi illustri che passavano per la capitale italiana.
Le Case rapide invece devono il nome al brevissimo lasso di tempo con cui videro la luce. Le costruirono in fretta e con materiali poveri per sopperire alla mancanza di alloggi per gli sfollati di Borgo Pio e del Rione Monti, letteralmente sventrati per permettere la realizzazione di Via della Conciliazione. Eppure anche qui si ritrova lo stile tipico della Garbatella, e giardini e aree comuni dove ritrovare l’atmosfera caratteristica del borgo.
Piccole curiosità
- All’interno dei cortili, tra svolazzanti e colorati panni stesi ad asciugare, si possono ancora vedere le indicazioni per raggiungere i rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale.
- L’orologio dell’Albergo Rosso è diventato un simbolo della Resistenza. Infatti per moltissimi anni è rimasto fermo indicando le 11:25, ora in cui il 7 Marzo del 1944 le forze alleate bombardarono la Garbatella.
- “Vota Garibaldi Lista n 1” è una scritta di valore storico su un muro di via Basilio Brollo. Si riferisce alla campagna elettorale delle prime elezioni politiche del dopo guerra, nel 1948. Giuseppe Garibaldi era il simbolo del Fronte Democratico Popolare, la lista che teneva insieme il Partito Comunista Italiano (PCI) di Palmiro Togliatti e il Partito Socialista Italiano (PSI) di Pietro Nenni. Furono le prime elezioni in cui votarono anche le donne. L’anno scorso il comune di Roma ha coperto la scritta, ma gli abitanti del quartiere hanno talmente protestato che la scritta ha riavuto il suo posto!
- Nella chiesa di San Francesco Saverio nel dopoguerra prestò la sua opera come confessore anche Papa Giovanni Paolo II.
- Non tutti sanno che durante il suo soggiorno a Roma nel 1931, il Mahatma Gandhi volle visitare gli Alberghi Suburbani. Lo interessava l’esperimento di edilizia popolare di cui tanto si parlava, e forse cercava ispirazione per i gravi problemi di sovraffollamento che assillavano l‘India.
- Ci sono molte discussioni e ipotesi sull’origine del nome Garbatella. La spiegazione ritenuta più plausibile fa risalire il nome ad un’ostessa del quartiere. Si narra che avesse dei modi così gentili e garbati da essere famosa per tutta la zona. C’è chi ha interpretato maliziosamente questa garbatezza, forse per questo il busto della garbata ostessa è rappresentato in piazza Bonomelli con un seno scoperto. Un’altra tesi si riferisce alla caratteristica piacevolezza e amenità del luogo, ma c‘è anche chi sostiene che deriva da un tipo di coltivazione“a garbata” o “a barbata” tipica della zona.
La Garbatella al cinema
Per gli affascinanti scorci che la Garbatella offre, è stata spesso protagonista di pellicole cinematografiche e serie televisive. I romani hanno facilmente riconosciuto le sue strade mentre Nanni Moretti la attraversa con la sua Vespa nel film “Caro Diario”. Lo stesso Nanni Moretti ha girato qui anche alcune scene del film “Bianca”. In questa suggestiva scenografia sono stati girati anche “C’eravamo tanti amati”, “Romanzo criminale”, “Audace colpo dei soliti ignoti”,”Le ragazze di Piazza di Spagna” e “Totò e Marcellino”.
Alla Garbatella hanno girato anche la fortunata serie televisiva “I Cesaroni”, dove lo storico Roma Club Garbatella è stato trasformato nella bottiglieria della famiglia più famosa della TV italiana.
La scuola Luigi Luzzatti, che tutti chiamano affettuosamente La Scoletta, è stata il set per un’altra famosa serie, “Caro maestro”. E’ davvero divertente gironzolare per il quartiere e riconoscere qua e là i luoghi che il cinema ci ha reso familiari!
Vi consiglio vivamente di fare una bella passeggiata per il quartiere insieme ad una guida locale, perché la Garbatella ha davvero tante storie da raccontare, ed ascoltarle da chi ci è cresciuto è emozionante. C’è un mondo che vale la pena conoscere a Roma fuori dai soliti ( meravigliosi, per carità) giri turistici, e spero di avervi incuriosito abbastanza da andare a vedere con i vostri occhi!