Marrakech non è solo girare per souk e mercati ( dei quali vi parlerò nel prossimo post). Ci sono anche delle attrazioni e siti di un certo interesse.

L’architettura degli edifici, i mosaici che decorano gli interni e l’uso del colore sono davvero unici e caratteristici, e vale la pena dedicargli qualche attenzione, anche se, va detto, non si tratta di capolavori assoluti. Quindi, tra una passeggiata e l’altra, prima di un thè alla menta in un locale glamour, o dopo aver preso un po’ di sole sulla terrazza del vostro riad, assicuratevi la visita nei posti che sto per illustrarvi.
Medersa Ben Youssef
Uno dei posti più famosi è la Medersa Ben Youssef, la scuola coranica. Fu fondata nel XIV secolo e per oltre quattro secoli fu la casa degli gli studenti non residenti a Marrakech. Qui si studiavano diverse materie, compresa la teologia. Con il regno dei Saadiani fu ampliata e ridecorata e divenne nel 1570 il “college” islamico del Maghreb.


Aveva 132 stanze e poteva ospitare fino a 900 studenti. Dal 1960 è diventata un museo e quindi visitabile da tutti. Ero molto curiosa di visitarla, avevo letto meraviglie a riguardo. Peccato che l’abbiamo trovata chiusa per restauro! E resterà chiusa per un altro anno! Tenetelo a mente se decidete di andare a breve a Marrakech.


Jardin Majorelle
Da non perdere, il meraviglioso Jardin Majorelle. E’ uno dei luoghi di maggior interesse e più visitati dai turisti.

Il giardino appartenne al pittore francese Majorelle, che si stabilì a Marrakech nel 1919. L’artista comprò questo terreno e vi fece costruire la sua casa in stile moresco/art deco, dipingendola di un particolare tono di blu, detto appunto blu Majorelle, che creò lui stesso. All’interno della sua casa oggi c’è un piccolo museo berbero. Majorelle si dedicò alla cura di questo giardino per 40 anni.
Dopo la sua morte, la casa e il giardino furono praticamente abbandonati, tanto che ne era stata prevista la demolizione. Il famoso stilista Yves Saint Laurent invece lo acquistò e vi si stabilì, proteggendolo dalla distruzione.
Il giardino è un insieme di piante tropicali e succulente, come cactus, banani, aloe, bambù e palme. Si passeggia per i vialetti di questo giardino come all’interno di un’oasi di pace, osservando la bellezza della natura e ascoltando il rumore delle foglie spostate dal vento e il cinguettio degli uccelli che vi nidificano. Immagino quanta ispirazione avranno tratto da questo luogo questi artisti!
Museo Yves Saint Laurent
Poco distante dal giardino, si trova il Museo dedicato a Yves Saint Laurent. Volendo visitarli entrambi, si può fare un biglietto cumulativo alla biglietteria del Jardin Majorelle.

Il Museo celebra il lavoro quarantennale del grand couturier con esposizioni permanenti e ospita anche mostre temporanee.
La sala con gli abiti d’alta moda divenuti iconici è spettacolare! Un innovativo sistema hi-tech mantiene all’interno della sala le condizioni ottimali perché gli abiti e i gioielli esposti non si deteriorino. Chi crede che la moda sia qualcosa di effimero e superficiale, qui avrà modo di ricredersi. Infatti osservando da vicino questi abiti si comprende quanto studio, lavoro, talento, arte e cura del dettaglio ci sia dietro.

Oltre allo spazio espositivo, nel Museo ci sono anche una caffetteria, un negozio di souvenir, una biblioteca e un auditorium con 130 posti a sedere.
Palazzo Bahia
Palazzo Bahia occupa una superficie di quasi otto ettari e fu fatto edificare nel 1866, sembra in onore dell’amante preferita del visir del sultano, Ahmed ben Moussa. Da qui il nome Bahia, che significa “brillante, bella”.



Rappresenta uno dei capolavori dell’architettura marocchina, un simbolo culturale e uno dei maggiori monumenti del Marocco. Tutte le stanze del palazzo sono vuote, perchè ripetutamente saccheggiate, ma finemente decorate e con dei bellissimi soffitti in legno.


Un coloratissimo porticato gira intorno ad un enorme e assolato cortile, dal quale si passa nel giardino interno. Tra fiori esotici e fresche zone d’ombra, ci sono nicchie decorate con meravigliose maioliche dai colori brillanti.






La famiglia reale del Marocco ogni tanto vi alloggia, in una zona privata non aperta al pubblico.
Tombe Saadiane
Le Tombe Saadiane furono aperte al pubblico nel 1917, l’anno in cui furono scoperte in seguito ad una ricognizione aerea da parte dei francesi.
Sono originarie del XVI secolo, e al loro interno custodiscono circa 200 feretri. Si tratta degli appartenenti alla dinastia Saadiana, che governò il Marocco dal 1509 al 1554, e altri illustri personaggi dell’epoca.
L’edificio più importante delle Tombe Saadiane è il mausoleo principale. Qui è sepolto il sultano Ahmad al-Mansur, che commissionò i lavori, insieme alla sua famiglia.

Il mausoleo ha un bellissimo soffitto, splendidi mosaici, stucchi e decorazioni in legno di cedro. Le colonne e le sepolture sono in marmo di Carrara. E’ formato da tre stanze, di cui la più famosa è quella con 12 colonne, dove sono sepolti i figli del sultano.
Nel giardino esterno invece sono sepolti i soldati e i servi.
Il biglietto d’ingresso costa 10 dirham (1 euro) e la visita dura al massimo un’ora.

Palazzo el Badi
Palazzo el Badi risale al 1578 e nonostante restino solo le sue rovine io l’ho trovato bellissimo. Fu fatto edificare dal sultano Ahmed al-Mansur Dhahbi per celebrare la vittoria contro l’esercito portoghese.


Contava 360 stanze e numerose piscine, e stando ai documenti dell’epoca doveva essere una meraviglia architettonica.


I muri erano decorati in mosaici, i pavimenti erano rivestiti di piastrelle in marmo lucido, le colonne di marmo italiano avevano i capitelli in oro, le decorazioni erano uno sfavillio di colori.




Chi visitava il Palazzo doveva restare molto colpito dalla potenza della dinastia saadiana. Lo stato attuale del Palazzo si deve al sultano Moulay Ismail, che nel 1696 lo fece depredare per riutilizzare tutti i materiali nella costruzione della città imperiale di Meknes. Qui viene anche conservato l’antico pulpito ligneo della moschea Koutoubia.
Moschea Koutoubia
La moschea Koutoubia e il relativo minareto non sono visitabili dai turisti. Ci hanno spiegato che l’unica moschea visitabile dai non mussulmani in Marocco si trova a Casablanca. In ogni caso vale la pena farci un giro intorno, perchè ci sono dei bellissimi giardini e il minareto è davvero impressionante: con i suoi 69 metri di altezza è un punto di riferimento costante quando si perde l’orientamento.

Risalente all’anno 1199, ha influenzato l’architettura marocchina con le sue caratteristiche merlature, le decorazioni in piastrelle colorate e le sfere in rame sulla sommità.

Palmeraie
Ci sono molte escursioni che si possono fare da Marrakech. Noi avremmo voluto andare a vedere il deserto, ma ci siamo rese conto che non era fattibile perchè avremmo dovuto prevedere di passarci una notte (non è così vicino come credevamo). Così, un po’ per illuderci di averlo fatto, nel nostro ultimo pomeriggio in città, abbiamo deciso di fare un giro in cammello in un palmeto poco fuori Marrakech, nel quartiere chiamato Palmeraie.

Abbiamo contrattato il costo della gita e alla fine il prezzo è stato 200 dirham a persona (20 euro circa). Questo tipo di escursione si può tranquillamente prenotare dall’Italia, anche se sono numerosi quelli che ve la proporranno mentre passeggiate per il souk.


Naturalmente si tratta di una cosa prettamente da turisti, però ci ha divertito moltissimo! Prima di iniziare la cammellata tra le palme, siamo state acconciate con dei turbanti colorati e abbiamo fatto diverse foto con i nostri cammelli. Il giro dura circa un’ora al tramonto, si va e si torna con un autista privato.

L’hammam
Il rituale antico dell’hammam è un’esperienza che di sicuro non dimenticheremo mai. Ci sono gli hammam e le spa degli hotel più prestigiosi, come La Mamounia, che naturalmente offrono coccole super lusso. Ma ci sono anche gli hammam più antichi, quelli in cui rivivere il vero hammam. Come per esempio l’hammam Mouassine del 1526.

Va detto che bisogna un po’ adattarsi e perdere ogni inibizione. L’hammam per le donne è separato da quello degli uomini. C’è una sala molto grande in cui ci si spoglia completamente, lasciando i propri indumenti in ceste di paglia. Da qui si passa in una sala più piccola, molto umida, dove delle signore (nude anche loro) aspettano le clienti per insaponarle con sapone nero e strigliarle energicamente dalla testa ai piedi. Inizialmente l’impatto è stato molto forte, perché l’ambiente è proprio quello del 1562 e le condizioni igieniche ci hanno un po’ spaventate. Poi, tra perplessità e tante risate, ci siamo godute il momento. Sembrava quasi di essere tornate bambine, quando, dopo una giornata di giochi all’aria aperta, tornavamo a casa luride e le nostre mamme ci lavavano così forte da far quasi male!
Corsi di cucina
Molti riad organizzano dei corsi di cucina tipica marocchina. Come sapete già, una delle cose che preferisco quando viaggio è conoscere i sapori, i gusti, i profumi dei luoghi che vado a visitare. L’idea di frequentare un corso di cucina mi ha subito intrigato, così ho cercato online quello perfetto per me. Ve ne parlerò presto più dettagliatamente , perché è stata un’esperienza veramente unica! Prendetelo in considerazione anche voi per poter replicare a casa le ricette tipiche marocchine.


Ho ancora molto da raccontarvi su Marrakech perciò restate connessi… a presto!