Chiare, fresche, dolci acque… o rafting alla cascata delle Marmore

In questa estate 2022, che definire torrida sarebbe riduttivo, sono certa che abbiamo avuto tutti un desiderio comune:  sfuggire all’afa opprimente della città! E anche andare al mare non è che sia stato un gran sollievo, perché neppure l’ombrellone impediva al ghiacciolo di sciogliersi in mano, attirando un milione di api!

Bramando il fresco, ma non avendo più ferie a disposizione, mi sono lasciata convincere a provare l’avventurosa esperienza del rafting alla cascata delle Marmore, che distano meno di due ore da Roma. Ora, devo ammettere che io non sono esattamente una tipa avventurosa, e soprattutto ho sempre temuto le situazioni potenzialmente pericolose. Sono sempre stata quella che restava a fare le foto da sotto mentre gli altri salivano sulle montagne russe, per intenderci. Ma stavolta, complici il desiderio di gettarmi tra le acque gelide del fiume Nera per scampare alla calura estiva, e i racconti entusiastici di molti amici, ho deciso che era giunto il momento di mettermi alla prova. E così, pur avendo parecchia paura, ho prenotato la mia avventura presso il centro Rafting Marmore, in località Papigno.

Marmore

Questo centro offre molte attività per vivere la cascata a pieno, alcune delle quali sono più indicate per famiglie con bambini, mentre altre sono rivolte a chi è in cerca di esperienze decisamente adrenaliniche. Oltre il rafting infatti, si può scendere per le rapide in solitaria, con le pinne ai piedi e sdraiati su un piccolo bob tenuto con le mani (Hydrospeed). Oppure si può percorrere il fiume Nera a piedi (anche in notturna), quando la diga che regola le cascate viene chiusa e la portata dell’acqua perde la sua violenza, permettend0 appunto il River Walking.

Rafting alla cascata delle Marmore

Come ho detto, avevo molta paura, ma contro ogni previsione mi sono divertita da pazzi, tanto che ci tornerei domani stesso! Ma andiamo con ordine. Siamo arrivati alla base di Papigno, da dove si parte per il rafting, intorno alle 08:30. Dopo aver fatto il check-in, ci hanno fornito tutto il necessario per affrontare al meglio la nostra avventura: muta, scarpe, caschetto, salvagente e giubbotto. Tutto viene igienizzato dopo ogni uso, quindi l’attrezzatura era un po’ umida, ma sappiate che ancora prima  di salire sul gommone ci si bagna completamente dalla testa ai piedi, quindi nessun problema! Ci si cambia negli spogliatoi, divisi per uomini e donne, attrezzati con armadietti in cui riporre le proprie cose, docce e asciugacapelli.

Una volta pronti, si viene suddivisi in gruppi e si partecipa al briefing in cui le guide del centro illustrano il regolamento per partecipare al rafting in totale sicurezza. La prima parte del briefing è teorica, mentre la seconda è pratica: si entra fisicamente dentro alcuni gommoni in secca sul piazzale e si prende confidenza con la pagaia e con i comandi della guida. Ci si esercita un po’ con le varie manovre, e già questo è divertente, con le guide che gridano comandi velocissimi mentre ci si incastra tra chi si muove in avanti, chi indietro, chi prende pagaiate in faccia e chi già si è scordato tutte le spiegazioni. Le guide sono davvero simpatiche, ma il più forte è il mio amico Massimo, detto Ciccio (?). Chiedete di lui quando andrete alla cascata delle Marmore! Anche se per sdrammatizzare si fanno battute e si ride, il fattore sicurezza è davvero importante e loro insistono molto su questo concetto.

Terminato il briefing, si sale tutti sui vari pullmini e dopo qualche minuto si arriva sotto la cascata. Inutile dirvi che l’aria è talmente carica d’acqua che in un attimo ci si bagna completamente (ovviamente non sotto la muta). Trovarsi così vicino alla cascata è già un’esperienza meravigliosa, un’immersione totale nella natura che toglie il fiato. Tutta quell’acqua che precipita con forza e sprigiona una nebbiolina densa e umida con tutto intorno mille tonalità di verde rigoglioso quasi ipnotizza! Ma non c’è troppo tempo per restare rapiti dalla vista, le guide ci chiamano  e ognuno segue la propria verso il gommone assegnato.

Appena salita sul gommone con la mia bella pagaia in mano, ho ripassato mentalmente i comandi e le raccomandazioni di Ciccio e mi sono detta: “Beh ma si dai, che ci vuole!”. E devo dire che per qualche minuto ci ho anche creduto. All’inizio infatti si procede quasi dolcemente, ci si guarda intorno, belli gli alberi, belle le rocce, bello il sole che filtra tra il fogliame. I comandi non sono concitati, c’è anche il tempo per Ciccio di raccontarci qualcosa sulla cascata. Sapevate per esempio che la cascata delle Marmore è artificiale? E che è la più alta d’Europa? I romani nel III secolo a.C. infatti realizzarono un canale per far defluire le acque stagnanti del fiume Velino verso il fiume Nera, con un salto naturale di 165 metri!

Avrei tanto voluto avere la macchina fotografica con me, o al massimo il cellulare, ma non è consentito portare nulla per ovvie ragioni, quindi ho cercato di imprimermi tutto bene nella mente. Ma il fiume scorre e sempre più velocemente ci  avviciniamo alla prima rapida. Ciccio, la guida, ci ricorda di tenerci saldi in posizione e seguire i suoi comandi. Ma qualcosa va storto e incredibilmente, quasi al rallentatore, cominciamo a piegarci da un lato (il mio!). Nonostante gli sforzi di Ciccio, non c’è verso di impedire quello che sta accadendo: ci stiamo ribaltando davvero, e alla prima rapida! Mentre ci giriamo, e il mio vicino mi piomba addosso tenendomi sott’acqua per un po’, io continuo a pensare: “Non è possibile, non ci posso credere che stia accedendo davvero!”. Eppure non ho mai avuto paura, forse la cosa più incredibile è proprio questa! Quando riesco a riemergere, il gommone è molto più avanti, io raggiungo una roccia nuotando e mi guardo intorno in cerca di tutti gli altri. Non faccio che ridere, ma non perché sia istericamente nervosa, è stato davvero divertente, un fuori programma che temevo e invece me la sono cavata benissimo, mantenendo anche un certo sangue freddo!

Poco dopo arriva un altro gommone, la guida mi afferra per il giubbotto salvagente e mi tira dentro. Pian piano tutti vengono recuperati dai gommoni partiti dopo di noi, e riportati da Ciccio, che ci sta aspettando per ripartire. Tutti elettrizzati per quello che è successo, riprendiamo a pagaiare, affrontiamo i salti, le rapide, l’acqua che gira vorticosamente e schizza da tutte le parti.

Mi piacerebbe dire che siamo stati un equipaggio affiatato, che ci muovevamo all’unisono e perfettamente coordinati, ma non è mica facile seguire tutti quei comandi mentre il fiume ti scorre sotto con quella forza! Quando siamo arrivati alla fine del percorso ho pensato che fosse troppo presto, invece era passata un’ora. Avrei sinceramente voluto continuare a pagaiare, imparando bene i movimenti e affrontando altre rapide … non è forse questa l’espressione del divertimento puro? Quando proprio non vorresti smettere di fare quello che stai facendo?

Consigli utili

Non avrei mai pensato di dirlo, ma io davvero non vedo l’ora di rifarlo! Perché il rafting è divertente e adrenalinico proprio come mi avevano detto! E’ adatto a tutti, anche ai fifoni come me, ma ci sono delle limitazioni, dovute principalmente allo stato di salute delle persone. Per esempio, non si può partecipare se affetti da cardiopatie, ipertensione, patologie respiratorie e neurologiche, o se si è in stato di gravidanza.

Bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 55 anni, essere in buono stato di salute, avere un peso inferiore ai 100 kg, saper nuotare e andare sott’acqua. I minori non possono fare rafting, ma le altre attività definite soft, per esempio River Walking, si. Per maggiori informazioni e per consultare i requisiti necessari per le altre attività del Centro Rafting Marmore, cliccate qui

 

Prenotare è facilissimo, si può fare sia telefonicamente sia online, ed è obbligatorio. Si riceve una email nella quale si richiedono alcuni dati personali per completare il check-in, ed è indicato il regolamento per partecipare alle attività. Il pagamento invece può avvenire direttamente in loco.

Se arrivate alla cascata delle Marmore in auto, sappiate che parcheggiare non è affatto complicato. Ci sono infatti parcheggi liberi nei dintorni delle basi.

Tutta l’attrezzatura necessaria viene fornita direttamente dal centro, dove viene igienizzata costantemente. Sotto la muta è consigliabile indossare un costume da bagno, una maglietta, un paio di pantaloncini e dei calzini, possibilmente in tessuto tecnico. Tutti gli effetti personali vanno riposti negli armadietti dentro e fuori dagli spogliatoi, quindi non dimenticate di portare con voi un lucchetto per chiuderli. Gli spogliatoi sono dotati di docce e asciugacapelli, perciò ricordatevi anche le ciabatte e i vostri prodotti preferiti per l’igiene.

Lungo il percorso ci sono fotografi nascosti tra gli alberi pronti ad immortalare le vostre gesta. Quando si rientra al centro basta comunicare il nome della propria guida per poterle visualizzare e scegliere quelle che si desidera acquistare. Hanno un prezzo davvero onesto, specialmente se le si prende tutte, come ho fatto io. Così conserverò per sempre il ricordo di questa esperienza magnifica.

E dopo aver fatto rafting? Mica tornerete a casa? Vi consiglio di visitare il parco della cascata delle Marmore, con sei itinerari per scoprirne tutta la bellezza. La visita è adatta a tutti, assicuratevi però di avere scarpe adatte (no sandali) e magari anche una giacca o un poncho impermeabile (nei pressi della cascata ci si bagna parecchio). Poi, se avete più tempo, potete visitare uno dei paesini vicini, il lago di Piediluco, o andare alla scoperta di Spoleto, come ho fatto io, che non c’ero mai stata prima!

Spoleto

 

 

 

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