Una delle perle d’Abruzzo, che conta centinaia di piccoli borghi arroccati sui cucuzzoli di colline e montagne, è Santo Stefano di Sessanio.
Ed una perla lo è davvero, se nei primi anni 2000 ha fatto innamorare l’imprenditore svedese Kihlgren, che ne ha acquistato moltissime proprietà abbandonate per trasformarle in un “albergo diffuso”, Sextantio, ovvero un hotel con le camere e le aree comuni sparse per il paese.
Santo Stefano di Sessanio è stato inserito con merito nel club dei Borghi più belli d’Italia e fa parte del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga. Dall’alto della sua posizione, a 1251 metri di altezza, domina la valle del Tirino fin dal Medioevo.
Il suggestivo centro storico di Santo Stefano di Sessanio è un insieme di case addossate le une alle altre, tutte costruite in pietra calcarea. L’aspetto medievale del borgo è stato preservato e mantenuto interamente, tanto che, quando si passeggia per le sue stradine, sembra di attraversare un luogo senza tempo.
Il simbolo del borgo è sempre stata la famosa torre Medicea, che ne definiva il profilo quando si guardava Santo Stefano di Sessanio da lontano.
Purtroppo la torre, come molti altri edifici storici, è crollata dopo il terribile terremoto del 2009, che distrusse L’Aquila e tanti altri incantevoli borghi. La ricostruzione è in atto, ma la torre è ancora circondata da impalcature e la ferita non può dirsi rimarginata.
Tuttavia Santo Stefano di Sessanio sta cercando di rinascere, così come tutte le altre zone terremotate.
Ogni domenica le botteghe artigiane restano aperte per offrire ai turisti, che pian piano stanno tornando, i prodotti tipici del territorio.
Tra questi, si possono acquistare i merletti al tombolo, il miele, balsamico e aromatizzato (io ho preso quello alla crema di whisky), il farro e le famose lenticchie.
Non tutti sanno che le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, piccole e molto saporite, sono presidio slow-food e peculiari unicamente di questa zona, in quanto coltivate a 1200 metri.
E’ importante tornare in questi luoghi e favorire il turismo, per aiutare la rinascita non solo dei borghi ma di intere popolazioni, che hanno bisogno della nostra presenza e vicinanza.
Perciò approfittiamo di questi week-end estivi per visitare i luoghi feriti a morte dai terremoti, in Abruzzo e anche nel Lazio …. aiuteremo la ricostruzione e le persone coinvolte si sentiranno meno sole, e forse potranno sentire di tornare quasi alla normalità!
Buongiorno Paola! Che bello iniziare la giornata con queste splendide immagine e le tue preziose descrizioni. Ignoravo questo borgo, una perla, davvero! Bravissima! Appena possibile lo visiterò. A presto!
Grazie Sissi! Sono contenta che ti sia piaciuto e ancora di più che ti sia venuta voglia di andarci…. c’e Davvero bisogno di riportare il turismo in questi luoghi, che hanno subito un grande dolore! ?